Una “micidiale sequenza” di colpi al volto, pugni messi a segno in modo “chirurgico” e con “precise tecniche da combattimento” avrebbe causato la morte di Paolo Caprio, il 40enne ucciso a Bitonto nella notte tra il il 4 e il 5 settembre 2021. L’uomo, un imbianchino, sarebbe deceduto a seguito di un brutale pestaggio all’esterno di una stazione di servizio alla periferia della città e in carcere, reo confesso, sarebbe finito un 20enne, Fabio Giampalmo, accusato di omicidio volontario aggravato. A riportare la ricostruzione dell’aggressione sfociata nella morte di Paolo Caprio è La Gazzetta del Mezzogiorno, secondo cui



Nell’immediatezza dell‘arresto, il giovane avrebbe raccontato agli inquirenti, riporta Ansa, di aver agito dopo aver notato la vittima parlare con la compagna e altre donne, fidanzate dei suoi amici, mentre questi erano all’interno del locale. Sguardi sgraditi, secondo il resoconto del 20enne, avrebbero innescato l’azione ai danni di Paolo Caprio che, colpito con diversi pugni al viso, sarebbe caduto a terra. Giampalmo, che dopo la rissa si sarebbe allontanato dalla scena, si sarebbe consegnato in caserma dopo aver appreso del decesso del 40enne.



Paolo Caprio morto dopo “colpi chirurgici” con tecniche da combattimento: la ricostruzione del delitto

Secondo quanto riportato in queste ore dal quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno, la morte di Paolo Caprio sarebbe avvenuta al culmine di una “micidiale” serie di pugni al volto sferrati con “precise tecniche da combattimento”. Un’aggressione tanto brutale quanto mirata a provocare “l’abbattimento” dell’avversario. Sarebbe questa, stando agli aggiornamenti diffusi dal giornale sul processo a carico di Fabio Giampalmo, imputato dell’omicidio del 40enne, la ricostruzione dell’accaduto che emergerebbe dalla testimonianza in aula di un poliziotto dello Sco, istruttore di arti marziali che avrebbe parlato di “colpi chirurgici, molto precisi, 4 su 5 andati a segno“.



Dopo l’aggressione, il presunto omicida si sarebbe allontanato, riporta Ansa, lasciando la vittima a terra e nel corso della sua confessione avrebbe detto: “Guardava troppo le nostre donne“. Secondo la ricostruzione di cui scrive La Gazzetta del Mezzogiorno, chi ha agito contro Paolo Caprio lo avrebbe fatto consapevolmente, usando una “tecnica” che “sembra finalizzata ad abbattere l’avversario“. Il decesso di Paolo Caprio sarebbe avvenuto nel contesto di un violento litigio esploso per uno sguardo di troppo in una stazione di servizio alla periferia di Bitonto, in provincia di Bari.