Paolo Cassina, autore del docufilm “Non è andato tutto bene” in cui si documentano a suo modo di vedere gli errori commessi durante la pandemia di covid, è stato intervistato stamane dai microfoni del quotidiano La Verità. “Questo film è un progetto molto ambizioso – racconta l’autore – ci sto lavorando da un anno per poter tirare le somme di quanto accaduto durante il periodo del Covid, a partire dal lockdown, passando per quello che è successo negli ospedali, per arrivare poi al periodo del green pass e delle coercizioni vaccinali, fino a toccare il tema delle reazioni avverse al vaccino. Insomma, una panoramica di tutto il periodo, un lavoro corposo e molto ambizioso a cui tengo moltissimo”. Paolo Cassina parla di “parecchie” verità nascoste, sottolineando come il lockdown non abbia portato “assolutamente a nulla” a suo modo di vedere, precisando che “In molti altri Paesi non è stato fatto assolutamente nulla di simile e il conteggio dei casi di Covid è rimasto sostanzialmente uguale a quello d’Italia, se non è stato migliore”.



Cassina ricorda la prima fase di reazione delle autorità dopo i primi casi di covid: “Nel primo periodo della pandemia, l’aspetto più impattante è stato forse quello relativo ai protocolli errati. Tutti ricordiamo il famigerato “tachipirina e vigilie attesa”, che era totalmente sbagliato, e che ha lasciato tantissime persone in casa a peggiorare. Pure negli ospedali sono stati utilizzati protocolli sbagliati, nonostante si sapesse già da marzo 2020 che ci fossero dei farmaci, anche a basso costo, che potevano curare la maggior parte dei casi, ma che sono stati utilizzati pochissimo o non sono stati utilizzati affatto”.



PAOLO CASSINA: “VACCINO COVID FU IL CULMINE”

Il vaccino viene definito invece il “culmine”, precisando che: “Tutto quello che è stato fatto, tutte queste cure domiciliari in qualche modo occultate, servivano chiaramente per spingere quella che era, secondo il mainstream e la politica, l’unica soluzione possibile, e cioè il cosiddetto vaccino anti Covid. Ma non lo dico io: lo dicono Magrini e Speranza nelle mail che sono uscite fuori qualche mese fa. Ricordate? Non si dovevano citare le reazioni avverse se no “uccidiamo il vaccino””.

Cassina parla quindi delle persone che sono state danneggiate dal vaccino, sottolineando come gli stessi ancora oggi devono ricorrere per curarsi a medici private che ovviamente costano un sacco di soldi: “Non vengono presi in carico dal Sistema sanitario pubblico, se non in rarissime eccezioni. Io sono a conoscenza di persone, con cui mi sento abbastanza spesso, che se va bene riusciranno a ottenere una pensione di invalidità. A volte i danni sono veramente molto gravi, riducono le persone addirittura sulla sedia a rotelle. Poi ci sono i decessi, comprese le morti improvvise”.



PAOLO CASSINA: DALLE DIFFICOLTÀ DI FAR PROIETTARE IL DOCUFILM ALLA COMMISSIONE

Il regista racconta inoltre come il suo documentario Invisibli abbia riscontrato non poche difficoltà: “Quando è uscito Iinvisibli abbiamo avuto tante difficoltà, ci sono stati diversi tentativi di censura da parte di esponenti di partiti politici e da parte di alcuni medici, tra cui il professor Bassetti. È stata dura, però siamo riusciti a portare questo film in tutta Italia attraverso più di 500 proiezioni”. Ed oggi, aggiunge, la situazione non è cambiata visto che vi sarebbero “interessi economici enormi intorno a questi farmaci. Big Pharma ha un potere enorme, che penso influenzi anche gli organi di informazione, che si sono appiattiti tutti su una precisa narrazione. Dopo tutto quello che è stato detto e fatto, penso che sia molto difficile tornare indietro e ammettere di aver sbagliato. Noto una presa di coscienza in tante persone, questo sì. Però la verità a livello istituzionale e mediatico ancora non è emersa”.

Paolo Cassina si augura di avere un confronto con l’ex ministro della salute Speranza, mentre sulla commissione d’inchiesta sul covid: “È certamente una possibilità per scoprire delle verità che fino adesso sono state celate. Dal mio piccolo punto di vista spero che anche questo documentario possa portare un contributo. Chissà, magari potrebbe essere persino utile alla commissione”.