IL SUCCESSO NEL 1982, IL SUO PROGETTO PIU’ INCREDIBILE NEL 2000
Paolo Conte nasce il 6 gennaio 1937 ad Asti in Piemonte. Inizia a comporre canzoni e scrivere testi insieme al fratello Giorgio. Nella metà degli anni ’60 scrive i testi di alcune grandi hit italiane. Sono sue le parole di “Azzurro” di Adriano Celentano, “Insieme a te non ci sto più” per Caterina Caselli, “Tripoli ’69” per Patty Pravo. Paolo Conte diverrà famoso per il talento compositivo, per le smorfie che produce mentre si esibisce al piano e per la raffinatezza con la quale vola sul mondo e sulle parole. Il successo arriva nel 1982 con l’album “Appunti di viaggio”. Il doppio album “Aguaplano” del 1987 lo porta in Europa, in Canada e negli Stati Uniti. Nel 2000 si è dedicato allo sviluppo di un suo vecchio progetto di un musical basato sulla Parigi anni ’20, “Razmataz”. Si tratta di un album direttamente tratto dal musical-vaudeville RazMaTaz, ideato e curato dallo stesso artista. Al progetto si collega la realizzazione di tavole dipinte dal musicista. Si parla di circa 1.800 schizzi a carboncino, tempere e disegni. La pittura è infatti una delle grandi passioni del ‘maestro’: insomma un Artista completo (agg. di F.D. Zaza).
CHI È PAOLO CONTE?
Nato ad Asti, in una famiglia di legali, poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, precisamente nel 1937, sotto il segno del Capricorno, Paolo Conte è uno dei cantautori più ricercati del panorama musicale. L’eleganza d’altri tempi e la riservatezza fanno da involucro a un artista jazz altoborghese, che ha scelto la strada della musica, nonostante il suo futuro parlasse di altro. A trasmettergli questa passione, soprattutto per la musica jazz, è stato il padre notaio e proprio durante gli anni della Guerra inizia a suonare il pianoforte nella fattoria del nonno. Suona la musica americana, quella vietata da Mussolini.
I tempi della guerra li ricorda con estrema emozione. Al Corriere della Sera ha raccontato un aneddoto di quei tempi: “Una nostra giovane cameriera, di Boves, aveva tre fratelli partigiani. Tre volte una sua vicina di casa le telefonò a casa nostra per comunicarle la fucilazione. Mi ricordo dei frammenti di dialoghi: “Dove lo hanno colpito”, “Ha sofferto?”, “È morto subito?”. Una cosa tremenda”. La giovinezza di Paolo Conte procede tra gli studi e la musica. Dopo essersi diplomato al liceo classico Vittorio Alfieri di Asti, si laurea in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Parma.
PAOLO CONTE E LA SCELTA: AVVOCATO O CANTAUTORE?
Conte a questo punto si mette a lavorare come assistente nello studio del padre, seguendo la strada che ormai gli era stata assegnata, ma la musica ha la meglio: anche tra una pratica e l’altra, l’artista non tralascia la sua semi-professione da musicista. Arrivano poi le prime esperienze sui palcoscenici e inizia a scrivere le sue prime canzoni, in collaborazione anche con il fratello Giorgio. Giunge poi la svolta: scrive per Adriano Celentano la musica di “Azzurro“. In quel momento si stava preparando agli esami da avvocato. Il celebre testo, scritto dal suo collaboratore di fiducia, Vito Pallavicini, aumentò le voci che lo vedevano “rubare” la grancassa in oratorio, che lo portò poi ad mare profondamente la musica (ftto però mai avvenuto, come lui stesso ha fatto sapere al Corriere).
Negli anni Settanta Paolo Conte esordisce con il suo primo concerto a Verona. Ottiene il primo riconoscimento in platea nel 1976, quando viene inviato al Club Tenco. Paolo Conte ha creato successi che oggi sono dei veri pilastri e che lo rendono un artista, unico nel suo genere, in Italia. Vieni via con me, Diavolo rosso, Sotto le stelle del Jazz, Onda su Onda, It’s wonderful sono solo alcune delle canzoni che più lo rappresentano. E la carriera da avvocato? “Ho smesso sì, da tantissimi anni”.