Paolo Conte “Mia madre diceva che quella canzone era…”
Il film evento “Paolo Conte, Via con me” di Giorgio Verdelli sarà proposto in prima visione assoluta questa sera, giovedì 17 febbraio alle 21.20 su Rai 3. In presentazione, il Corriere della Sera ha realizzato una lunga intervista con il cantautore astigiano. Particolarmente interessante il suo ricordo di “Azzurro“. Il compositore ha confermato ciò che si racconta nel film, ovvero che lui stesso depose il testo del celebre brano nella bara di sua madre. Il suo ricordo: “Mia madre diceva che questa canzone era antica e moderna insieme. L’antico era soprattutto nella musica, come una tenerezza d’altri tempi, e proprio in questo sentimento risiedeva anche la sua modernità: era una canzone trasgressiva nell’epoca beat in cui è nata. Capimmo subito che era una canzone vincente. Rimane una canzone importante per me e non l’ho mai dimenticata”.
Paolo Conte “I francesi in un certo senso mi hanno adottato”
Paolo Conte è internazionalmente considerato uno dei più innovativi cantautori italiani. Di rilievo eccezionale è il rapporto con il pubblico francese, da sempre suo estimatore. Nella sua intervista al Corriere della Sera ha, tra le altre cose, risposto alla teoria per la quale, proprio al cospetto dei francesi al al Théatre de la Ville e all’Olympia, non avrebbe cantato la strofa sui “francesi che si incazzano“? “Non ho mai cantato Bartali in Francia. Mi offrirono il privilegio di invitarmi e fu un successo lusinghiero, in un certo senso mi hanno adottato. Nelle mie canzoni non ho mai voluto far passare delle idee particolari. Quello che mi ha sempre interessato è raccontare l’uomo che nel dopoguerra si è rifatto una vita, ma anche quello dei fallimenti. Ai falliti ho offerto una tazza di caffè fumante”. A tal propostio ha poi aggiunto: “L’uomo del Mocambo è il prototipo dell’uomo del dopoguerra nella frenesia della rinascita, che aveva sogni più grandi delle sue possibilità economiche. Un simpaticissimo eroe perdente”.