Paolo Conte senza filtri nella lunga intervista rilasciata a La Stampa. Il celebre cantante compie 85 anni e ha ripercorso la sua carriera di successo, ma non solo. L’inizio del dialogo è particolarmente significativo: «Tempi duri? Senza dubbio. Le dico una frase: mai ho sentito come adesso incombere il futuro. Purtroppo si capisce ben poco di quel che succede, si riceve una informazione spesso contraddittoria».
Paolo Conte ha rivelato di muoversi il meno possibile in questa fase difficile della pandemia, anche se la sua è sempre stata una vita solitaria. L’artista, poco dopo, ha ammesso: «La musica quanto aiuta? A me è passata la voglia. Da tempo non tocco il pianoforte, la sera sento classica su Sky… Ho sentito una bella serie di Rachmaninov. Non ho voglia di comporre, ma ho già avuto periodi di astinenza lunghi, è solo questione di aspettare le ispirazioni; se arrivano, arrivano, però sono sempre a contatto con l’arte».
PAOLO CONTE E LA DECADENZA DELLA MUSICA
Nel corso della lunga intervista, Paolo Conte s’è soffermato sulla decadenza della musica: l’artista ha sottolineato che al giorno d’oggi ormai viene usato il computer e tutto è uguale: «Mi domando dove godano; non sanno nemmeno dove godono». Paolo Conte ha poi parlato del ritorno alla musica dal vivo, evidenziando di aver già recuperato qualche mese fa e che il rientro è atteso ad aprile: «Ci sono serate pagate ed esaurite, speriamo di poterlo fare. C’è l’incombere del futuro che non si conosce, non c’è nessuna arma per leggerlo. Da un lato sono catastrofista, dall’altro speranzoso: in bilico tra speranza e delusione».