Anticipazioni “Paolo Conte, via con me” puntata 17 febbraio 2022

Andrà in onda questa sera su Raitre il film evento “Paolo Conte, via con me” di Giorgio Verdelli. È prodotto da Sudovest Produzioni, Indigo Film con Rai Cinema e con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte che, nel 2020, aveva organizzato diversi eventi di presentazione. Tra i tanti le due serate speciali a settembre prima ad Asti (con Comune e circolo Vertigo) poi a Torino con Ambrosio Cinecafè. Il docufilm ripercorre la carriera dell’artista in un intreccio di parole, versi e musiche. A raccontare il Paolo Conte in versione inedita ci hanno pensato alcuni sui colleghi più famosi come Jovanotti, Francesco De Gregori che reciterà a memoria una canzone di Conte in napoletano. E poi Caterina Caselli che proprio con Paolo Conte scrisse il brano “Insieme a te non ci sto più”. E’ sempre lei a ridere ripensando a una frase geniale del brano di Paolo Conte “Gli impermeabili”: “Capite, Paolo è uno capace di scrivere “ma come piove bene sugli impermeabili”. Come gli è venuto in mente?”, si è chiesta.



In questo film, Paolo Conte si racconta, svelando la passione per l’enigmistica e quella per la pittura. A decifrarlo come uno dei sui amati rebus ci provano in tanti: Jane Birkin, Roberto Benigni, Vinicio Capossela, Stefano Bollani, Giorgio Conte, Pupi Avati, Luisa Ranieri. Illuminante il racconto di Vincenzo Mollica, quando svela la sbandata che prese Benigni per la bellissima moglie di Paolo Conte, Egle. Paolo Conte però non si scompose affatto ma anzi rispose con ironia.



Paolo Conte fa delle rivelazioni sul brano “Azzurro”: “Mia padre pianse quando…”

Lo scorso 6 gennaio Paolo Conte ha compiuto 85 anni. Il cantante ha rilasciato pochi giorni fa un’interessante intervista al Corriere della Sera. Paolo Conte ha rivelato di aver deposto nella bara della madre il testo della canzone “Azzurro” portata al successo da Adriano Celentano: “Mia madre pianse quando lesse le parole. Diceva che questa canzone era antica e moderna insieme. L’antico era soprattutto nella musica, come una tenerezza d’altri tempi, e proprio in questo sentimento risiedeva anche la sua modernità: era una canzone trasgressiva nell’epoca beat in cui è nata. Capimmo subito che era una canzone vincente. Rimane una canzone importante per me e non l’ho mai dimenticata”, ha rivelato.



Paolo Conte è apparso interessato più a raccontare l’uomo attraverso il fallimento. A tal proposito il cantautore parlando del brano “Bartali” ha dichiarato: “Non ho mai cantato Bartali in Francia. Mi offrirono il privilegio di invitarmi e fu un successo lusinghiero, in un certo senso mi hanno adottato. Nelle mie canzoni non ho mai voluto far passare delle idee particolari. Quello che mi ha sempre interessato è raccontare l’uomo che nel dopoguerra si è rifatto una vita, ma anche quello dei fallimenti. Ai falliti ho offerto una tazza di caffè fumante”. Un artista a 360 gradi che ha scritto le pagine più belle della nostra musica jazz.