Paolo Corna, 78enne imputato dell’omicidio del figlio Giambattista, 54 anni, avvenuto a Bottanuco (Bergamo) nel 2023, è stato condannato a 9 anni e 4 mesi di reclusione. Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, gli sarebbero state riconosciute le attenuanti generiche e la sentenza emessa poche ore fa lo ha visto incassare una pena inferiore a quanto chiesto dal pm (che aveva sollecitato 21 anni di carcere).



A Paolo, stando a quanto emerso a margine della decisione della Corte d’Assise, sarebbe stata riconosciuta in particolare l’attenuante della provocazione da parte della vittima come prevalente sull’aggravante del legame di parentela. L’entità della condanna è minima rispetto a un’accusa, quella di aver ucciso il figlio, che in altre circostanze avrebbe potuto sfociare in ergastolo: secondo i giudici, l’imputato avrebbe agito spinto dall’esasperazione per i problemi di dipendenza del 54enne.



Paolo Corna uccise il figlio a Bottanuco, la ricostruzione dell’omicidio

Secondo la ricostruzione dell’omicidio, il 3 settembre dello scorso anno Paolo Corna avrebbe colpito il figlio con tre coltellate, ferendolo all’addome e ai fianchi, al culmine di una lite nella loro abitazione di via Castelrotto a Bottanuco. L’uomo avrebbe confessato subito il delitto e da gennaio sarebbe ai domiciliari. Per la difesa, la cui linea sarebbe stata sostanzialmente sposata dalla Corte d’Assise contrariamente a quanto sostenuto dal pm, l’azione di Paolo Corna sarebbe maturata “in un contesto di enorme sofferenza” perché il figlio, 54 anni all’epoca dei fatti, sarebbe caduto nel tunnel dell’alcolismo dopo aver avuto problemi anche con la droga. 



Sullo sfondo del dramma, le reiterate richieste di denaro da parte della vittima ai genitori ormai esasperati da una situazione sempre più difficile da gestire. L’ultimo litigio sarebbe esploso per una richiesta di poche decine di euro dopo averne ricevuto altri. Al rifiuto del padre, Giambattista Corna avrebbe lanciato a terra il televisore nella sua stanza e Paolo Corna lo avrebbe raggiunto e colpito con alcuni fendenti. L’arma sarebbe stata un coltello dalla lama di 20 centimetri. Pochi istanti più tardi, Paolo Corna si sarebbe costituito a seguito della telefonata che lui stesso avrebbe fatto ai carabinieri. Attorno all’imputato, secondo quanto riportato dal Corriere, c’è sempre la famiglia: la moglie e le altre figlie non lo avrebbero lasciato solo e lo avrebbero accompagnato anche il giorno della sentenza.