Lo psichiatra Paolo Crepet è intervenuto in collegamento audiovisivo ai microfoni di “Pomeriggio 24”, trasmissione di “Rai News 24”, nel corso dell’appuntamento delle ore 15 di giovedì 26 gennaio 2023. L’esperto ha commentato in particolare la proposta giunta dall’Alto Adige di abolire i voti inferiori al 4: È necessario che la scuola sia chiara – ha sottolineato l’esperto –. Essa prevede preparazione e studio, non prevede condoni. Personalmente sono un ex ragazzo che prendeva molti 4, ma sono molto sano, continuo a ragionare e sono lucido. Insomma, nella vita bisogna impegnarsi. Tuttavia, se la discussione è non dare voti più bassi del 4, personalmente sono d’accordo”.



Paolo Crepet ha poi detto la sua circa la valutazione dei docenti: “Sono stato consulente del ministro Berlinguer una vita fa e già allora lui diceva che gli insegnanti dovevano essere valutati. Ricordo che ci fu uno sciopero dei sindacati e lui fu costretto a dimettersi per questo. Francamente, non capisco perché non dovrebbe essere valutato un professore: trovo che dovrebbero anche essere previsti riconoscimenti salariali, sulla base di parametri legati alla bravura, per esempio. Perché un avvocato bravo deve guadagnare tanto e un insegnante bravo no?“.



PAOLO CREPET: “AIUTIAMO DOCENTI CHE INSEGNANO NELLE SCUOLE DI PERIFERIA”

Nel prosieguo della sua intervista a “Pomeriggio 24”, Paolo Crepet ha fornito ulteriori dettagli circa i riconoscimenti di cui potrebbe godere un bravo insegnante: “Penso a benefici come un anno sabbatico, un periodo retribuito in cui consentirgli di svolgere attività di ricerca, un viaggio pagato per permettergli di approfondire la sua cultura. Perché l’azienda scuola è quella meno dotata di creatività? Qualsiasi imprenditore queste cose le pensa e le fa: perché un ministro no? Peraltro, io sono per il tempo pieno e per la scuola obbligatoria fino a 18 anni.



In conclusione, Paolo Crepet, a proposito dei docenti, ha rimarcato che le carriere vanno create e sostenute: “Io credo sia molto complicato insegnare in alcune scuole di periferia delle nostre città, ne parlavano già molti pedagogisti tanti anni fa. Bisogna aiutare i bravi docenti ad affrontare le realtà più difficili da un punto di vista sociale e familiare: è la necessità più stringente”.