Decisamente interessante l’intervento di ieri di Paolo Crepet, noto psichiatra, scrittore ed educatore, in collegamento con il programma di Rai Tre, Agorà. Si parla della criminalità giovanile, delle baby gang e degli atti di bullismo che sembrerebbero essere aumentati a dismisura negli ultimi due anni, causa pandemia, e Paolo Crepet commenta: “Questi problemi ci sono da anni, facciamo finta di non averli visti, la movida non è certo una cosa che è nata con la pandemia. Sì l’estate scorsa ci sono stati più episodi – ha continuato Paolo Crepet – ma era abbastanza fisiologico dopo che i ragazzi erano rimasti chiusi in casa per mesi. Mi ricordo che l’anno scorso ci sono stati anche omicidi davanti alle discoteche”.



Quanto accaduto però recentemente, come ad esempio il caso di Capodanno a Milano, ma anche le numerose denunce a Padova e Ancona, secondo Paolo Crepet è un qualcosa di diverso: “Ha un contenuto sociologico diverso, è una presa dei centri non solo urbani importanti ma anche quelli minori. C’è un problema di integrazione – continua lo psichiatra – ma non ce ne siamo mai occupati, è decenni che ci sono gli immigrati. Tutti sappiamo che non sono le prime generazioni ma le seconde e le terze a combinare guai”. Per Paolo Crepet ci sono anche responsabilità dei genitori: “Non si può dire che non ci sono responsabilità genitoriali, un ragazzo di 13 anni con un coltello a casa mia sarebbe preoccupante”.



PAOLO CREPET: “BONUS PSICOLOGO? UNA SPECIE DI CIOCCOLATINO”

Lo psichiatra è stato quindi incalzato sul bonus psicologo recentemente introdotto dal Governo: “Dovevamo pur di trovare una sorta di cioccolatino da regalare ai ragazzi, questo bonus nessuno capisce da chi viene dato…. Parlare ad un adolescente non avendo esperienza può essere pericolosissimo, e chi ha queste competenze? Immagino che in giro ci saranno o li diamo al primo che passa tanto per risolvere la disoccupazione degli psicologi? E’ stata una cosa che ha fatto Macron l’anno scorso e che è andata malissimo, e noi non sappiamo cosa fare”.



“Abbiamo fatto la cosa peggiore – ha continuato – la Dad, adesso dobbiamo rimettere a posto i cocci. Abbiamo fatto addirittura una discussione sul togliere esami scritti alla maturità, abbiamo dato lezioni di non autorevolezza spaventose, e poi volete che i ragazzi stiano tutti buoni a stare a casa? Ma per carità”. L’intervista di Paolo Crepet si conclude con una sorta di appello: “Finisco col dire un consiglio ai sindaci: i giovani dove stanno? Quanti luoghi abbandonati vengono ridati ai giovani? Perchè non ci può essere un pezzo della città per loro dove poter suonare fino alle 4 di mattina senza svegliare nessuno?”. Un pensiero senza dubbio condivisibile.