Paolo Crepet, psichiatra, sociologo ed esperto sulle questioni educative, ha commentato, con i suoi classici toni duri e diretti, la recente polemica che è sorta attorno alla delega assegnata da Giorgia Meloni all’ex Ministero dell’istruzione, che è ora si chiama Ministero all’istruzione e al merito. Ed è proprio la parola “merito” che sta creando tanto scompiglio, come sottolineato tra gli altri da Maurizio Landini, segretario generale di Cgil. Secondo lui, infatti, la parola merito “rischia di essere uno schiaffo in faccia a chi parte da una condizione di disuguaglianza”.
Paolo Crepet in un’intervista rilasciata per Formiche.net ha detto che “le posizioni assunte dai sindacati mi hanno fatto trasecolare”. “I sindacati sono iper-conservatori”, spiega Crepet, “nell’accezione più nefasta del termine. Propalano un’idea pre-stalinista” della scuola e dell’istruzione. Sottolinea poi che “il principio di merito è sacrosanto, sia per gli insegnanti che per i ragazzi, per i primi perché li sospinge a migliorarsi (..) per i secondi per acquisire la consapevolezza che la scuola è l’unico vero motore del Paese”.
Paolo Crepet: “Posizioni viziate da un pregiudizio politico”
“L’introduzione del concetto di merito”, continua a spiegare Paolo Crepet nella sua intervista per Formiche.net, “era una proposta avanzata in campagna elettorale da Enrico Letta (..) però se una proposta di questo genere viene avanzata da altri, colore che alle politiche hanno sostenuto i dem ora fanno barricate”. “Sono posizioni viziate dal pregiudizio politico“, sostiene Crepet riferendosi tanto alle sigle sindacali, quando a Maurizio Landini.
“A questi temi ci si approccia sempre in maniera ideologia”, continua Paolo Crepet, “il ministro Valditera non lo si può valutare sulla base di quello che dice ma lo si dovrà valutare sulla base di quello che farà”, riferendosi al Ministro all’istruzione e al merito neoeletto da Giorgia Meloni. A Crepet la situazione ricorda un po’ il momento in cui Luigi Berlinguer parlò di valutazione e “i sindacati proclamarono uno sciopero generale”. “La scuola meritocratica è quella che serve al Paese“, conclude Crepet, perché non ritiene normale che “ben un terzo delle imprese italiane, al momento del cambio generazionale, è costretta a chiudere perché i figli non hanno le competenze per portarle avanti”.