Si riaccende – e forse entra sempre più nel vivo – il dibattito che si è aperto attorno all’atteggiamento che Theo Hernandez e Rafael Leao hanno tenuto durante la partita Lazio-Milan di un paio di giorni fa con il commento (sempre acceso) di Paolo Di Canio: il difensore e l’attaccante dei rossoneri – infatti, facendo un passo indietro – durante il cooling break che si è tenuto al 73simo minuto hanno scelto deliberatamente di ignorare il mister non avvicinandosi alla panchina con il resto della squadra; il tutto peraltro mentre parlottavano tra di loro senza farsi ‘ascoltare’ dalle telecamere.



Dopo la scenetta dei due – che ha monopolizzato le telecamere televisive – si è alzato un vero e proprio polverone che ha costretto il francese a spiegare che in quel momento “non avevamo sete“; mentre il club ha preferito astenersi dai commenti, limitandosi a far sapere che non li avrebbe sanzionati: una scelta che non ha fatto altro che alimentare quel già citato polverone e ci ricollega direttamente al commento di Di Canio – ex capitano della Lazio, oggi diventato opinionista in forza a Sky – che ha criticato in modo (a dir poco) acceso l’atteggiamento dei due calciatori.



Scontro tra Paolo Di Canio e Rafael Leao: dopo le critiche su Twitter rispunta il saluto romano dell’ex biancoceleste

In trasmissione Paolo Di Canio è partito dal criticare chi oggi – dopo la scena dei due rossoneri – tende a scusare l’accaduto definendo i due dei semplici “ragazzotti” che vanno giustificati, per sottolinare che se una cosa del genere accadesse “al dopolavoro, ai miei amici che stiamo lì a cazzeggiare e uno si mette lì, con la pancia, gli dici ‘ao, vieni qua che stiamo parlando tra di noi’; ma questa è una cosa serie ed è una vergogna“.



Se una cosa del genere fosse capitata ai suoi tempi – spiega ed attacca ancora l’opinionista – “li attaccavi al muro e [li prendevi] a cazzottoni“, perché questo tipo di comportamenti a suo dire altro non sarebbe che “delegittimazione” per l’intero club e anche – se non soprattutto – “per i loro compagni di squadra e il mister che si sentono declassati da quell’atteggiamento”.

Una posizione – quella di Paolo Di Canio – certamente dura, ma che ha scatenato una ancor più accesa reazione da Rafa Leao che poche ore dopo l’intervento ha risposto (in realtà senza citarlo direttamente) all’opinionista su Twitter postando – con soli tre puntini di sospensione a commento – la foto di Di Canio che nel 2005 esultò dopo la vittoria nel derby contro la Roma con un saluto romano rivolto allo stadio.