CHI SONO PAOLO ESPOSITO E ALA CEOBAN, CONDANNATI PER IL GIALLO DI GRADOLI

L’ultima apparizione pubblica di Paolo Esposito risale a qualche mese fa, quando gli è stato concesso di lasciare per un’ora il carcere di Mammagialla per dare l’ultimo saluto alla mamma morta, invece in tv ci torna con “Faking It – Bugie o verità?” oggi alle ore 23:35 sul Nove. Invece, la complice del delitto Ala Ceoban non si trova più in Italia, essendo stata espulsa e rimpatriata in Moldavia dopo aver scontato la condanna per favoreggiamento.



I due sono noti come gli “amanti diabolici” del giallo di Gradoli, in provincia di Viterbo, che è rimasto tale perché ci sono un assassino e una complice, ma non i cadaveri delle vittime, in quanto i corpi di Tatiana Ceoban e della figlia Elena, nata da una precedente relazione, non sono stati mai trovati.



Me lo domando anche io“, disse l’uomo quando gli fu chiesto che fine avessero fatto Tatiana ed Elena, aggiungendo che secondo lui sono scomparsa, ma nessuno le ha cercate. Una delle svolte nel caso arrivò quando gli investigatori scoprirono alcuni diari e video a sfondo sessuale, da cui si constatava che Paolo Esposito aveva un’amante ed era sua sognata, la sorella della compagna, arrivata in Italia per aiutare la sorella con le due figlie.

IL PIANO DEGLI AMANTI DIABOLICI

Dalle indagini emerse che, anche per via delle continue liti con Tatiana, l’uomo si innamorò della cognata. La relazione clandestina emerse anche da telefonate e messaggi, ma soprattutto il disegno criminale: “La stronza se ne deve andare“, scrisse Ala Ceoban a Paolo Esposito. La donna arrivò anche a proporre di avere rapporti sessuali davanti alla sorella per portarla all’infarto.



Ma Tatiana aveva cominciato a sospettare i tradimenti, infatti si sfogava in alcuni diari da cui si scoprì che la vittima sapeva dei dvd con i rapporti sessuali tra il compagno e la sorella, motivo per il quale consegnò una copia al suo avvocato per chiedere l’affido esclusivo della figlia Erica, nata dalla loro relazione. Proprio ciò rientra nel movente, che non va da ricercare solo in motivi di natura passionale.

L’ITER GIUDIZIARIO: DAL PRIMO GRADO ALLA CASSAZIONE

Nel 2011 i due “amanti diabolici” sono stati condannati in primo grado all’ergastolo e a un anno di isolamento diurno per il duplice omicidio, riconoscendo l’aggravante dell’occultamento dei cadaveri. L’anno successivo, in appello, la pena è stata ridotta a 8 anni per la sorella della vittima perché riconosciuta colpevole di favoreggiamento, decisione confermata poi anche dalla Cassazione.

Non mancano i dubbi sulla vicenda, ma l’iter giudiziario ha accertato che madre e figlia sono state uccise e le tracce di sangue che vennero scoperte ne sono la prova, anche se mancano l’arma del delitto e i corpi. Mentre l’uomo sta scontando l’ergastolo in carcere e ha perso la potestà genitoriale della figlia Erica, l’ex amante scontato la sua pena, poi ha vissuto e lavorato a Tarquinia, ma nel 2018 è stata espulsa dall’Italia.