Il dibattito sulla riforma della giustizia targata Marta Cartabia prosegue senza sosta, Paolo Ferrua critico sull’improcedibilità. Intervenuto ai microfoni de Il Dubbio, il professore emerito di Diritto processuale penale presso l’Università degli Studi di Torino ha espresso la sua contrarietà al nuovo istituto contenuto nella mediazione della Guardasigilli: «Vicenda avvilente, che riduce il processo a teatro delle ragioni di Stato».



Paolo Ferrua ha evidenziato che la prescrizione è una causa estintiva del reato e «sino a quando non si modifichi l’art. 112 Cost., relativo all’obbligatorietà dell’azione penale, non è ammissibile che, non essendo estinto il reato, il processo evapori, svanisca nel nulla con una sentenza di improcedibilità». Il professore ha inoltre aggiunto, «senza esitare», che sarebbe assolutamente preferibile l’ipotesi A della Commissione Lattanzi.



PAOLO FERRUA CRITICO SULLA RIFORMA CARTABIA

Nel corso del suo intervento, Paolo Ferrau ha rimarcato di sospettare che la scelta della Cartabia per questo sistema ibrido di prescrizione sostanziale operante lungo l’arco del giudizio di primo grado e improcedibilità per superamento dei termini nei gradi successivi per «propiziare il consenso dei 5- Stelle, ostili al ripristino della prescrizione»: «Si è pensato che il modo migliore per ottenere quel consenso, fosse parlare di ‘ improcedibilità’ anziché di ‘ prescrizione’, nonostante l’improcedibilità altro non sia che la prescrizione processuale. La prova è riuscita e i ministri pentastellati, sedotti dalla nuova denominazione, hanno votato gli emendamenti, cadendo nell’illusione referenziale. Vicenda avvilente, che riduce il processo a teatro delle ragioni di Stato». Sulla riforma del processo penale, Paolo Ferrau ha evidenziato la necessità di un nuovo codice di procedura penale: «Quanto alle aspettative, speravo in una restrizione dell’uso, ancora troppo disinvolto, della custodia cautelare; speranza, ahimè, delusa».