È morto Paolo Gabriele, l’ex aiutante di camera di Papa Benedetto XVI, balzato agli onori delle cronache ormai quasi 10 anni fa per essere il “corvo” degli appartamenti vaticani avendo passato diverse informazioni e documenti riservati al giornalista Gianluigi Nuzzi. Da quella spiacevole vicenda che portò non poco dolore e delusione nello stesso Papa Ratzinger, nacque il caso di “Vatileaks”, uno dei punti di “origine” delle dimissioni clamorose dell’odierno Papa Emerito. Aveva 54 anni ed è morto dopo una lunga malattia – spiega Vatican News – lasciando la moglie e tre figli: Paolo Gabriele dopo diversi anni di servizio presso il Vaticano e dopo esser stato maggiordomo e uomo di fiducia del Santo Padre, fu protagonista nel caso Vatileaks nel 2012 con la sottrazione di documenti poi passati a Nuzzi per uno dei libri-inchieste sui segreti delle stanze vaticane. Dopo un enorme caso mediatico, Gabriele fu riconosciuto colpevole dal Tribunale dello Stato della Città del Vaticano.



IL CASO VATILEAKS E LA GRAZIA DI PAPA RATZINGER

Fu però proprio Papa Benedetto XVI a concedere il 22 dicembre dello stesso anno la grazia all’ex aiutante di camera e uomo fidato: Paolo Gabriele venne perdonato a pochissimi mesi dalla condanna, con la Santa Sede che scriveva in quel giorno «Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto visita in carcere al signor Paolo Gabriele, per confermargli il proprio perdono e per comunicargli di persona di avere accolto la sua domanda di grazia, condonando la pena a lui inflitta». Un incontro privato, intimo e sincero, portò alla grazia e alla conseguente liberazione di quello definito dai media come il “corvo” del Vaticano. Non solo, dopo il licenziamento comunque il Papa volle mantenergli una casa fuori dal Vaticano e un posto di lavoro presso una cooperativa sociale che collabora con l’Ospedale Pediatrico del Bambin Gesù di Roma. Il libro di Nuzzi – “Sua Santità. Le carte segrete di Benedetto XVI” – fece esplodere il caso Vatileaks, con l’oggetto dell’inchiesta che riguardava l’esistenza di profonde divisioni e contrasti interni sugli indirizzi di governo del Vaticano e sulla gestione della sua banca. Quello di Paolo Gabriele – collaboratore laico del Santo Padre Emerito – fu il primo arresto in assoluto compiuto dalla Gendarmeria Vaticana.

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