Paolo Galli, professore dell’università Bicocca, è stato intervistato stamane da Uno Mattina in vista della Cop28 di Dubai, la conferenza sul clima che si apre oggi proprio negli Emirati Arabi. Fa un po’ storcere il naso il fatto che la Cop sia organizzata in un Paese storicamente petrolifero, e a riguardo Paolo Galli ha spiegato: “Gli Emirati Arabi hanno lo stesso diritto degli altri Paesi ad ospitare questi negoziati e se non partecipassero farebbe un po’ strano perchè se no con chi dovremmo discutere? L’unica cosa che fa storcere è che è stato scelto come organizzatore e coordinatore della Cop28, l’amministratore delegato dell’azienda petrolifera statale, avrebbero potuto scegliere qualcun’altro”.
Quindi Paolo Galli ha proseguito, cercando di far capire meglio cosa succede durante tali conferenze mondiali: “Questi momenti sono importanti e complessi, mettere insieme 200 stati, 200 teste che ragionano in maniera differente, è veramente complicato, tanto è che ci sono riunioni ufficiali o meno, quindi è un processo lento, come del resto è la burocrazia, che si speri arrivi ad un risultato”. Cosa attendersi quindi dalla Cop28? “Noi speriamo che si capisca quanto siamo lontani o vicini da quello che era stato fissato alla conferenza di Parigi del 2015, ridurre i valori di CO2 e di temperatura al di sotto di 1,5 gradi”.
PAOLO GALLI: “SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO GLI SCIENZIATI…”
Paolo Galli ha proseguito: “In realtà gli scienziati ci dicono che entro il 2100 arriveremo ad avere un aumento della temperatura di 2,4 gradi e questo è molto grave ma restiamo fiduciosi. I ricercatori – ha continuato Paolo Galli – stanno individuando delle tecniche per limare questi fenomeni di aumento della temperatura, ad esempio negli USA sono stati realizzati due impianti per stoccare sotto terra la CO2 è un inizio piccolo importante, così come avvenne all’epoca con i pannelli fotovoltaici che sono partiti da un numero basso ma che ora sono una realtà”.
“L’università Milano Bicocca sta mettendo in campo diversi progetti per la ricostruzione della barriera corallina con delle tecniche nuove – ha aggiunto e concluso Paolo Galli parlando dei progetti del suo ateneo pro-clima – aiutiamo anche il governo delle Maldive con delle linee guida. Negli Emirati Arabi stiamo invece quantificando in modo preciso il contributo delle foreste che si trovano fra mare e deserto che sembra siano in grado di captare la CO2”.