Si intitola “Il rumore delle cose nuove” il nuovo romanzo di Paolo Genovese, che racconta tre coppie milanesi molto diverse tra loro e unite da un inconfessabile segreto sepolto nel passato. Tanti i temi trattati, dalla maternità negata all’aspirazione alla paternità, passando per l’amore tra coppie mature, ma anche la violenza domestica. “Questa storia è una critica chiara al comportamento di un uomo”, ha raccontato Genovese ai microfoni del Messaggero: “Sono convinto che sia importante che la denuncia di questo atteggiamento maschile, e dei meccanismi di prevaricazione, venga da noi”. E questo romanzo si trasformerà in un film, ha ammesso il regista: “Non posso fare a meno di raccontare per immagini. Non subito però: sto preparando un altro progetto di cui ancora non posso parlare”.
Il nuovo libro di Paolo Genovese
Paolo Genovese ha poi parlato del grande successo di “Perfetti sconosciuti”, campione di incassi e di remake. Il regista ha infatti rivelato che da poco è uscito quello islandese: “Prima di arrivare al cinema, il maggior incasso dell’isola era Avatar. Ora ci siamo noi”. In attesa di novità sulla seconda stagione de “I leoni di Sicilia”, Genovese si è soffermato sul maxi-compenso di 1,4 milioni di euro (prodotto finanziato dallo Stato per 8,7 milioni, ndr): “Rispondo volentieri perché non ho nulla da nascondere. I compensi dei registi, come quelli degli attori o dei personaggi televisivi, non li sceglie né il produttore, né il diretto interessato, ma il mercato. I compensi sono parametrati al mercato: per il mio primo film guadagnai 5000 euro”. Genovese si è poi soffermato sul dibattito sui troppi finanziamenti ai film che non incassano: “Non sono un tecnico e di pancia direi che se il settore è in piena attività, bisogna dunque evitare di frenare questa espansione. Sicuramente lo Stato non può avere come unico parametro quello commerciale. Poi, certamente, bisogna vigilare sulle distorsioni, sull’uso sbagliato del finanziamento, e assicurarsi che tutto si svolga nella più assoluta correttezza”.