È una lettera privata, intima e che finora – forse per fortuna – non è stata ancora fagocitata da noi media, non avendo ritenuto gli avvocati giusto renderla pubblica dopo averla ricevuta negli scorsi giorni: è Paolo Genovese, il regista di “Immaturi”, a scrivere alle famiglie delle due 16enni vittime dell’incidente tremendo di Corso Francia provocato dal figlio Pietro nella notte tra il 21 e il 22 dicembre scorso sotto Ponte Milvio. Il regista romano avrebbe voluto parlare con i genitori di Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, voleva portare conforto a quel dolore straziante di perdere un figlio: ha però compreso i motivi per cui al momento le famiglie si sono rifiutate di incontrare il padre di chi ha, volente o nolente, spezzato la vita delle due figlie 16enni. E così, spiega il Messaggero, negli scorsi giorni ha scritto di suo pugno una lettera di una pagina a mezzo recapitata tramite gli avvocati alle due rispettive famiglie e rimasta al momento “segreta”: «Ha scelto di scrivere, Paolo Genovese. Subito dopo quell’ impatto, che ha stravolto per sempre la vita dei Romagnoli e dei Von Freymann, ma anche quella della sua famiglia. Ha cercato le parole adatte per manifestare il dolore, la disperazione, la comprensione e la pietà. Per dire l’ indicibile», riporta il Messaggero.



LA LETTERA PRIVATA DI PAOLO GENOVESE

Ha evidentemente trovato le “giuste” parole per non rendere sullo stesso piano lo strazio della propria famiglia, sconvolta dall’incidente, dalla responsabilità oggettiva e dall’arresto con quello di chi ha perso dei figli: il papà di Pietro Genovese non ha tentato, raccontano chi è vicino agli avvocati dei Von Freymann e Romagnoli, di “comparare” le due tragedie. Ha voluto solamente far sentire la propria umile, distante ma cosciente presenza davanti al dramma della morte e alle potenziali responsabilità che lasciano un solco come un macigno in chi si ritrova un figlio accusato di aver ucciso due ragazzine, avendole investite sotto l’effetto di alcol in quella maledetta notte di fine dicembre. «Ha solo tentato di esserci, con i pochi strumenti che gli sono rimasti, le parole quelle che, con coraggio, avrebbe voluto dire guardando negli occhi quei genitori disperati», scrive ancora il Messaggero provando a “ricostruire” quanto contenuto nella lettera che, ripetiamo per fortuna, non è stata mandata in pasto al circo mediatico che si è creato in questi giorni attorno alle famiglie di Pietro, Camilla e Gaia.

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