La data del 24 febbraio resterà impressa nella nostra storia e secondo Paolo Gentiloni segnerà anche la nascita di una nuova Europa. «Con il Covid è stato il momento della solidarietà, oggi è quello dell’autonomia. Soprattutto in campo energetico e in quello della difesa. La crisi non si risolverà nel giro di qualche giorno e quindi bisogna attrezzarsi per un periodo più lungo»: queste le parole del commissario Ue agli Affari Economici ai microfoni de La Stampa.
L’ex primo ministro italiano ha fatto il punto della situazione sulla crisi in Ucraina e ha rimarcato le decisioni prese negli ultimi giorni dalla comunità internazionale, a partire dall’invio delle armi all’esercito di Zelensky. Bruxelles ha messo a disposizione 500 mila euro per fornire armi e altri dispositivi per difendere il Paese aggredito: «E lo abbiamo fatto con un consenso unanime. Anche su questo il vertice russo aveva fatto i conti sbagliati. La risposta dell’Ue e degli alleati atlantici è stata molto forte, unita. E l’impatto di questa reazione sull’economia russa è enorme».
PAOLO GENTILONI SULLA CRISI IN UCRAINA
Nel corso del lungo dialogo con La Stampa, Paolo Gentiloni ha acceso i riflettori sulle ripercussioni immediate della guerra tra Russia e Ucraina, a partire dalle importanti conseguenze umanitarie. L’esponente del Pd ha spiegato che la situazione non si risolverà nel giro di qualche giorno, entrando poi nel dettaglio: «Per ora le conseguenze sul settore bancario sono contenute, mentre il settore energetico potrebbe finire sotto pressione. Per questo bisogna attrezzarsi». Giovedì la Bce si pronuncerà sul punto, ha aggiunto Paolo Gentiloni, preannunciando un’inflazione destinata a durare a lungo: «Per quanto riguarda invece i governi e la Commissione, dico che non è il momento di ridurre il tasso di ambizione. Abbiamo lavorato in vista del vertice di Versailles per quantificare il bisogno di investimenti addizionali: 650 miliardi l’anno solo per la transizione ecologica e digitale, alcune decine di miliardi per quelli nella Difesa. Bisogna trovare un equilibrio per tenere sotto controllo i conti, specie nei paesi ad alto debito, senza intaccare la necessità di investimenti».