«Il Recovery arriva al momento giusto. La ripresa è in atto. L’ottimismo è giustificato. L’Unione europea avrà almeno per i prossimi due anni una crescita economica tra il 4 e il 5 per cento. È una cosa senza precedenti»: così Paolo Gentiloni ai microfoni di Repubblica. Il commissario europeo per l’Economia ha fatto il punto della situazione sul Piano nazionale varato dal governo Draghi, sottolineando che il lavoro è tutt’altro che finito…



Paolo Gentiloni ha elogiato Mario Draghi – «siamo fortunati» – ma ha sottolineato che servirà unità tra tutte le forze del Paese. L’approvazione finale dei Pnrr arriverà a luglio nel corso dell’Ecofin, ribadendo che l’ok della Commissione è frutto di quattro mesi di dialogo: «La natura di questo programma consiste nel fatto che la Commissione ha stretto un patto con i 27 Paesi. L’Italia da sola percepirà un terzo di tutti i sussidi e prestiti. È un patto consensuale, ma vincolante. È legato a centinaia di obiettivi e scadenze. Le erogazioni quest’anno saranno il 13 per cento del totale. Nel 2022, invece, l’Italia riceverà 50 miliardi. Quasi un quarto dell’intero ammontare di finanziamenti. Ma, appunto, i soldi non sono una imprevista fortuna. Sono legati al raggiungimento di obiettivi e scadenze di questo patto vincolante».



PAOLO GENTILONI: “ITALIA SOTTO ESAME FINO AL 2026”

Nel corso del suo intervento, Paolo Gentiloni ha spiegato che non ci saranno scadenze fisse e uguali per tutti, anche il collocamento dei bond è graduale. Ma un dato è certo: ci sarà un esame in continuazione fino al 2026. Passando al patto di stabilità, l’ex presidente del Consiglio ha spiegato che in autunno verrà rilanciata la revisione del Patto, rimarcando che bisognerà tenere conto della situazione attuale: «Il debito pubblico dell’eurozona è al 102 per cento. Il Patto di Stabilità e Crescita dovrebbe diventare il Patto di Crescita sostenibile e Stabilità». Una rivoluzione rispetto a Maastricht, dunque, e Paolo Gentiloni si è detto ottimista sulla possibilità che la Commissione avanzi una proposta e arrivi al consenso necessario. Una battuta anche sul lavoro: «Io sono orgoglioso del fondo Sure, che ha difeso 30 milioni di posti lavoro in 19 Paesi. Sono stati spesi già 100 miliardi. Senza precedenti. L’Italia ne ha ricevuti 27 in più per la Cig. E grazie ai tassi bassi il nostro Paese ha risparmiato circa quattro miliardi».

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