Paolo Jannacci è tra gli artisti pronti a participare al 70esimo Festival di Sanremo con “Voglio parlarti Adesso”. Si tratta del figlio dell’indimenticabile e compianto Enzo Jannacci. Il testo, volgendo uno sguardo alle parole che lo compongono, sembra incarnare seppur metaforicamente quello che potrebbe essere definito un vero e propri incontro tra generazioni. La canzone è infatti apertamente dedicata alla figlia, Allegra. Il brano, analogamente a molte delle canzoni che comporranno la lista di questa edizione della rassegna sanremese, rappresenta lo specchio di un’attualità che, stando a quelle che sono le parole dello stesso Jannacci, verrà “affrontata con ironia, perché io ho sempre cercato di sorridere dei guai”. Nell’intervista rilasciata al “Gazzettino”, Jannacci ricorda il fatto che la medesima canzone venne presentata in occasione dei casting riguardanti l’edizione di due anni fa del Festival, ma venne in quel caso scartata. Il figlio d’arte prosegue sostenendo che allora tentò di non tramutare questa dolorosa esclusione in un dramma, dicendosi sicuro di aver attualmente acquisito una maturità artistica maggiore. Parlando della prima apparizione al Festival di Sanremo, vissuta duettando con il padre Paolo, egli dice: “potevamo vincere il Premio della Critica, che poi andò a Faletti”. Ripercorrendo la sua ancora giovane carriera, Jannacci tocca un’altra delle sue tappe più significative, la sua seconda partecipazione sanremese. In quell’occasione, egli dice, si accorse di quanto complicato sia dirigere un’orchestra. Nel citare un aneddoto del tutto particolare, Jannacci racconta che, nel momento in cui si distrasse per un attimo, “tutti i componenti dell’orchestra rallentarono”.



Paolo Jannacci, Sanremo 2020: il rapporto col padre

A Vanity Fair, Paolo Jannacci, protagonista a Sanremo 2020, parla apertamente anche del rapporto che lo legava al padre Enzo Jannacci. Fin dai tempi in cui egli era un adolescente, gli scontri con Enzo erano diversi ed interessavano anche aspetti che nulla avevano a che fare con l’ambito musicale: “nel rapporto tra noi, io era quello che cercava di far quadrare le cose, di mettere la cornice migliore”. Il figlio d’arte definisce il Paolo di allora una figura che cercava di porre un limite all’esuberanza del papà. L’obiettivo, continua, era quello di provare a conferire protezione ad un profilo artistico straripante sotto tutti i punti di vista. Paolo dice che sono serviti diversi anni per arrivare ad un punto di accordo, una reciproca comprensione che ha permesso ad entrambi di dare espressione a ciò che davvero rappresentavano. Un punto toccante dell’intervista è quello in cui egli manifesta tutta la sua paura, da giovane, di ricevere dei giudizi negativi dal papà. Successivamente alla dipartita di quest’ultimo, Paolo ha tentato di rimanere in contatto con lui con brani che, piuttosto che sulla musica, concentrassero la propria attenzione verso le parole.



La carriera dell’artista

Gli albori della carriera di Paolo Jannacci risalgono al 1988. Gli strumenti musicali verso i quali egli nutre una predilezione particolare sono il basso, il pianoforte e la fisarmonica. Gi studi inerenti lo strumento cominciano quando egli aveva soltanto sei anni, per poi proseguire sotto l’esigente ala protettrice del padre. Il cammino artistico di Paolo Jannacci tocca ambiti tanto diversi quanto egualmente affascinanti. É dalla sua penna che assumono tangibile sostanza colonne sonore di diverse pellicole, spot pubblicitari, documentari e commedie teatrali. Tra i lungometraggi che vedono la propria collaborazione di tipo musicale vi sono “Papà dice messa ” e “Mi fido di te”. A cavallo tra gli anni 2010 e 2012 giunge la sua consacrazione definitiva. Jannacci vestirà infatti i panni di direttore di orchestra della “Paolo Jannacci Band”, in occasione del programma comico televisivo Zelig. Nel luglio del 2019 ha esordito come cantautore con il brano “Canterò”.

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