“I VALORI DI PAPÀ ENZO”: PAOLO JANNACCI, LA FIGURA DEL CRISTO E L’AMICIZIA CON GIORGIO VITTADINI

Era il 2009 e il grande Enzo Jannacci, al “Corriere della Sera”, fece letteralmente scalpore nel mondo della sinistra impegnata: parlando del caso di Eluana Englaro, il cantautore e medico milanese si “permise” di raccontare anche di sé, «In questi ultimi anni la figura del Cristo è diventata per me fondamentale: è il pensiero della sua fine in croce a rendermi impossibile anche solo l’idea di aiutare qualcuno a morire. Se il Nazareno tornasse ci prenderebbe a sberle tutti quanti. Ce lo meritiamo, eccome, però avremmo così tanto bisogno di una sua carezza». Il rapporto tra Enzo Jannacci e la figura del Cristo viene non solo confermata dal figlio Paolo ma è lui stesso a raccontare come quell’incontro cambia realmente l’esistenza umana.



Intervistato da “Avvenire” dopo aver ritirato al Premio Tenco presso l’Ariston di Sanremo il premio Siae alla carriera per il padre, Paolo Jannacci piange e si commuove a parlare di Enzino: scomparso 10 anni fa, il Tenco 2023 dedica proprio il titolo della rassegna “Vengo anch’io” in memoria al grande Jannacci. «Lui si rapportava molto col Cristo, era una cosa che facevamo spesso insieme e lo faccio anch’io adesso», racconta Paolo tutto emozionato. Quando si perde il baricentro, ricorda ancora il figlio di Enzo Jannacci, «avere la figura del Cristo come riferimento è una cosa che ti mette comunque in ordine e riordina le idee. Il fatto che ci sia un elemento che contrasta il puro nichilismo o il cinismo è molto importante per il riequilibrio dell’esistenza umana. E, come ha detto lui, vedere l’umanità attraverso la figura del Cristo aiuta molto anche nella scrittura».



Nel film-docu “Vengo anch’io”, uscito di recente, si apre il tutto con la testimonianza – dalla Casa di accoglienza “Enzo Jannacci” del Comune di Milano – di Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà: «ci ha aiutato tanto nel periodo in cui papà stava male con la sua vicinanza e la sua forza d’animo», confida ancora Paolo Jannacci ad “Avvenire”, «Papà si era molto affezionato e pure io a Giorgio che ha anche una grande cultura che non ostenta mai, ma che utilizza per sottolineare la sua umanità».

PAOLO JANNACCI: “DA SANREMO IL MESSAGGIO PER I GIOVANI CONTRO LA DROGA”

Paolo Jannacci proprio al Teatro Ariston di Sanremo ha aperto la sua masterclass sul papà Enzo parlando davanti a 1000 studenti delle scuole medie e superiori, lanciando anche un forte appello contro le dipendenze da droga: «Ragazzi cercate di non cadere mai nel tranello degli stupefacenti perché quelli che perdono siete solo voi, dico sempre. Negli anni 70 chi non riusciva a uscire dal tunnel dell’eroina si rivolgeva a medici come mio padre che spesso riusciva a salvarli».



Paolo Jannacci racconta poi di aver visto sulla propria pelle il dolore e l’abisso delle dipendenze, «ho visto dei ragazzi sull’orlo della morte, nella grande sofferenza e non permetto che per fare arricchire qualcuno questo possa accadere anche a mia figlia». Ricordando i valori e la testimonianza di papà Enzo, “Paolino” conclude «Ho visto il modo in cui il papà teneva alle nuove generazioni, perché sono loro a cui noi affidiamo il nostro futuro. C’era una grande sofferenza nel vedere un ragazzo buttarsi via e lui faceva di tutto per non permetterlo».