Paolo Jannacci ricorda suo padre Enzo Jannacci e svela alcuni aneddoti sul loro rapporto

In occasione della presentazione del film «Enzo Jannacci Vengo anch’io», diretto da Giorgio Verdelli, alla Mostra del cinema di Venezia l’8 settembre (e che uscirà nelle sale l’11, il 12, il 13 settembre), Paolo Jannacci ha rilasciato un’intervista al settimanale Oggi, raccontando alcuni aneddoti riguardante suo papà.



Ricordando il rapporto con suo padre, morto circa 10 anni fa, Paolo Jannacci ha rivelato: “Quando ero adolescente c’è stato un anno in cui non l’ho sopportato. Poi abbiamo cominciato a conoscerci meglio ed è nata una bella amicizia. Eravamo più di padre e figlio, due amici che lavoravano gli stessi risultati.” Ha quindi sottolineato il forte rapporto del cantante con la sua Milano e con i tram, aspetto sottolineato anche nel film: “Il rumore dei tram è quasi musica, ti fa capire che sei nella tua città, al sicuro. Ma una volta con il motorino finì sotto il tram. E disse: ‘Ho provato a a combattere, ma tra motorino e tram, vince il tram'”.



Paolo Jannacci: il rapporto di papà Enzo con Milano e la sua eredità

Paolo Jannacci è però convinto che a suo padre non piacerebbe la Milano di oggi: Già si era rotto le scatole della Milano di vent’anni fa. Diceva che era blindata, alimentata da sovrastrutture. E poi che la trovava troppo macchinosa, cioè piena di macchine”, ha spiegato.

Il cantante ha raccontato anche il legame di suo padre con Paolo Conte: “Il loro era un rapporto di fratellanza. Si completavano a vicenda, a Paolo mancava l’energia del papà e al papà mancavano le raffinatezze di Paolo”. E alla domanda su quale sia l’eredità più grande lasciata a lui dal padre, Paolo Jannacci ha ammesso: “L’attenzione e il rispetto verso gli altri. Mio padre, se tornava a casa da un concerto e si rendeva conto di non aver salutato i facchini, ci rimaneva male”.