Negli ultimi giorni si è riacceso il dibattito sul vaccino italiano Reithera e non per buone notizie. Il no della Corte dei Conti al finanziamento del farmaco rischia di far fallire il progetto e anche gli esperti in prima linea non conoscono i dettagli della questione tecnica amministrativa, come Paolo Maggi, infettivologo che ha guidato per il suo ospedale a Caserta la fase 2 della sperimentazione.



La sensazione sul vaccino è buona, ha spiegato Paolo Maggi ai microfoni di Repubblica, sottolineando che molti volontari si sono ritrovati un livello alto di anticorpi, ma per i dettagli sarà necessario attendere i dati ufficiali di fine maggio-inizio giugno. E l’esperto ha tenuto a precisare un dettaglio: «Reithera pronto a campagna vaccinale conclusa? Poi ci saranno i richiami, e molte altre malattie sono prevenibili con i vaccini. Reithera non è un’impresa limitata a questo coronavirus. E’ un’occasione per rilanciare la ricerca italiana».



Paolo Maggi: “Italia sotto schiaffo di Big Pharma, ha bisogno di Reithera!”

Soffermandosi sulla ricerca italiana, Paolo Maggi ha sottolineato che è stata smantellata una grande tradizione nel giro di pochi anni e il vaccino Reithera, come quello di Takis, può aiutare a risollevare un settore scientifico «in cui abbiamo le carte in regola per tornare a primeggiare». Per l’infettivologo non è troppo tardi, il perché è molto chiaro: «Abbiamo bisogno di un vaccino italiano perché siamo sotto lo schiaffo delle aziende straniere, soprattutto americane. Perché se per qualche motivo ci venisse a mancare Pfizer ci troveremmo in difficoltà. Perché dovremo fare dei richiami. Perché esiste la plausibilità biologica di una nuova pandemia. E non da ultimo perché i due vaccini italiani, ReiThera e Takis, sono ottimi dal punto di vista scientifico».

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