Paolo Maldini, i dettagli dell’incontro con Cardinale

In una lunga intervista rilasciata in esclusiva ai microfoni de La Repubblica, Paolo Maldini parla del licenziamento del Milan soffermandosi sull’incontro con Cardinale da cui ha saputo di non fare più parte della società rossonera. “Mi ha chiamato per colazione e dopo un commento sull’addio al calcio giocato di Zlatan mi ha detto che voleva cambiare e che io e Ricky Massara eravamo licenziati – spiega l’ex capitano storico dei rossoneri – Gli ho chiesto perché e lui mi ha parlato di cattivi rapporti con Furlani. Allora io gli ho detto: ti ho mai chiamato per lamentarmi di Furlani? Mai”.



Maldini non nasconde di essere stato stupito dalle parole di Cardinale: “Diciamo che le motivazioni mi sono sembrate un tantino deboli. Quattro giorni prima del licenziamento, Furlani mi ha comunicato molto imbarazzato che il budget per la stagione successiva sarebbe stato molto basso”, aggiunge.

Lo sfogo di Maldini dopo il licenziamento

Nel corso dell’intervista rilasciata a La Repubblica, Maldini spiega di essere consapevole della possibilità che un rapporto lavorativo possa finire. Tuttavia, ciò che contesta sono le modalità. “Mi piace essere onesto e prendermi le mie responsabilità. Se la proprietà vuole cambiare l’organigramma, ne ha il diritto ma le modalità sono importanti e tante cose non sono andate come sarebbe stato doveroso, per rispetto delle persone e dei loro ruoli”, puntualizza.

“Non sono nato ieri, ho abbastanza esperienza per capire che sia normale una certa differenza di vedute, a volte anche un’interferenza da parte della proprietà nelle scelte tecniche dell’area sportiva, che poi, nel caso specifico, è il core business dell’azienda, tale da spostare gli equilibri finanziari”, dice ancora. Poi conclude: “Io credo che la decisione di licenziare me e Massara fosse stata presa molti mesi prima. E a posteriori mi vedo costretto a riconsiderare il rapporto con alcune persone, che lavoravano con me e che sicuramente, mi riesce difficile immaginare il contrario, erano già al corrente di quella decisione. D’altronde il contratto, di due anni con opzione di rinnovo, mi era stato rinnovato solo il 30 giugno 2022 alle 22. Credo che all’epoca sarebbe stato troppo impopolare mandarci via, perché avevamo appena vinto lo scudetto”.