Paolo Palumbo, il 22enne sardo malato di Sla è uno degli ospiti della seconda puntata di Sanremo 2020 con “Io sono Paolo”. “Sei elegantissimo” – dice Amadeus a Paolo precisando – “io sono felice che tu sia qua, ci siamo fatti una promessa qualche mese fa e sono contento che tu sia venuto a trovarmi a Sanremo, ci tenevo tantissimo e sei fighissimo. Io so che vuoi dire qualcosa al pubblico di Sanremo e allora noi siamo qui ad ascoltarti”. Poi è la volta di Paolo che regala una lezione di vita commovente: “Buonasera sono tutti mi chiamo Paolo Palumbo ho 22 anni e sono nato in Sardegna e da 4 anni combatto con la Sla. Ringrazio lo staff di Sanremo e e Amadeus di portare il mio messaggio. Chiudete gli occhi e provate ad immaginare che la vostra quotidianità venga improvvisamente stravolta, pensate che non possiate più provare il piacere di bere un sorso d’acqua o cantare la vostra canzone preferita”. Paolo parla della Sla, sclerosi laterale amiotrofica, la terribile malattia che in quattro anni ha cambiato la sua vita: “siamo 6000 in Italia, sapete chi è la persona che mi sta vicino? Si chiama Rosario, non è solo mio fratello, è anche il vero eroe. Al momento della diagnosi lui ha lasciato tutto per me, diventando le mie braccia e le mie gambe, ogni tanto mi fa arrabbiare, ma poi torna tutto come prima. La mia famiglia mi ha insegnato cosa è la parola sacrificio senza chiedermi nulla in cambio, sono convinto che tutti abbiamo l’amore”. Nonostante la malattia però Paolo ha realizzato e sta continuando a realizzare i suoi sogni: “la sla non mi ha impedito di diventare uno chef, la mia non è la storia di un ragazzo sfortunato, ma un ragazzo che ha imparato a vivere con le sue difficoltà. Seguite il cuore, i limiti sono solo dentro di noi”. Sul finale un messaggio bellissimo che buca lo schermo e il cuore: “avete usato il vostro tempo nel migliore dei modi? Avete cercato di fare il lavoro che volevate fare per svegliarvi col sorriso? Date al mondo il lato migliore di voi, se abbiamo bisogno di un cambiamento è proprio nella nostra mente. Non buttate via la vostra vita, quando avete difficoltà pensate a me e a tutti quei guerrieri che lottano”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
CHI È PAOLO PALUMBO?
Paolo Palumbo sarà ospite oggi sul palco dell’Ariston, per la seconda serata del Festival di Sanremo 2020. Il 22enne, affetto da Sclerosi laterale amiotrofica, più comunemente nota come Sla, canterà il suo brano “Io sono paolo”, un pezzo scritto dallo stesso che intonerà assieme a Kumalibre (Cristiano Pintus, ndr), e che vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della Sla: “Voglio cantare la Sla a Sanremo – le parole di Palumbo ai microfoni de IlFattoQuotidiano.it – voglio essere scomodo ma efficace. Amadeus è stato coraggioso a invitarmi e lo ringrazio. Inoltre ho un sogno nel cassetto. Vorrei costruire un centro polifunzionale per l’assistenza dei disabili in una località di mare in Sardegna, dove possiamo essere seguiti e possiamo rilassarci”. Palumbo era salito alla ribalta delle cronache già l’anno scorso, quando fu vittima di una truffa: “convinto – racconta ancora – di aver avuto accesso ad un trattamento sperimentale contro la sua malattia in Israele”.
PAOLO PALUMBO A SANREMO 2020: “E’ UN GUERRIERO”
Le condizioni di Paolo si sono aggravate molto nelle ultime settimane, e lo stesso non riesce più a parlare; di conseguenza, all’Ariston porterà un riproduttore vocale sonoro che funziona attraverso un sensore ottico. “È un guerriero – spiega Marco Palumbo, il padre del ragazzo originario di Oristano – e vuole partecipare a tutti i costi, per lui è un sogno che si realizza”. “Sanremo – sottolinea nuovamente il giovane affetto da Sla – è il palcoscenico giusto per portare il mio messaggio di speranza. Certo sembra strano parlare di positività da una carrozzina ma è anche un buon modo per farsi ascoltare da un pubblico vasto. Non mi interessa muovere a pietà il cuore della gente ma solo stimolarne la sensibilità su alcuni temi che io ritengo fondamentali. Il tempo che abbiamo a disposizione nel corso della nostra vita veramente nessuno lo sa. Mai però abbandonarsi all’odio, anche se in questo periodo sembra più facile”.
“IO NON MOLLO, VOGLIO LOTTARE”
Il viaggio per Sanremo non è stato semplice, tenendo conto che Paolo ha subito un intervento di tracheotomia soltanto una ventina di giorni fa. Inoltre c’è stato da affrontare la questione sicurezza, nonché le spese per sostenerlo: “Dovrò utilizzare un’ambulanza medicalizzata – ha commentato a riguardo – e mi seguirà uno staff specializzato per l’assistenza continua”. A Sanremo, invece, soggiornerà in una casa e non in un albergo, e con lui ci sarà il fratello Rosario, che lo accompagna ovunque lui vada: “Un malato di SLA – aggiunge e conclude Palumbo – non ha una vita facile ma io non mollo, voglio lottare fino a quando potrò”. Per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo delicato tema, il 22enne sardo aveva incontro anche Barack Obama, l’ex presidente degli Stati Uni, a cui aveva consegnato il suo libro di ricette “Sapori a colori”, dedicato appunto a coloro che si trovano in condizioni fisiche gravi come lo stesso autore.