Per chi è cresciuto con il 68, con canzoni generazionali come Contessa o Caro padrone domani ti sparo, non deve essere stato facile ingoiare il fatto che per molti anni il cantore della sinistra rivoluzionaria si fosse dedicato a fare il regista di programmi considerati il peggio della televisione trash e gossip come il Maurizio Costanzo Show o peggio Amici di Maria De Filippi. Per di più stipendiato da quel padrone che una volta avrebbe ucciso volentieri, Silvio Berlusconi. Paolo Pietrangeli è morto oggi, a 76 anni, a darne notizia Maurizio Acerbi segretario nazionale del Partito della rifondazione comunista sul sito del partito stesso.
Pietrangeli nel 1996 si era candidato risultando non eletto al Parlamento per Rifondazione comunista, passando poi prima a Sinistra ecologia libertà e poi a Potere al popolo! per il quale si era nuovamente candidando risultando ancora non eletto, ma era sempre rimasto legato a Rifondazione per cui aveva anche scritto l’inno ufficiale. Nato a Roma il 29 aprile 1945 figlio del regista Antonio Pietrangeli, aderisce ai movimenti studenteschi già nel 1966 e entra a far parte del Nuovo canzoniere italiano dove milita Giovanna Marini, considerata la figura di spicco della canzone popolare di sinistra. Comincia subito a comporre, due però sono i brani diventeranno inni del 68, Contessa e Valle Giulia. Lo stesso autore ricorda come durante una manifestazione studentesca a Pisa, i giovani si fosse messi a cantare Contessa a sua insaputa, allora ancora poco conosciuta, rimanendo stupefatto di come solo il passa parola aveva reso il brano un inno.
SUOI GLI INNI DEL 68
Pietrangeli non risparmiava le accuse anche feroci e che lette con il senno del poi, in particolare negli anni di piombo, sembrano aver ispirato una generazione alla lotta armata. Caro padrone domani ti sparo è eloquente sin dal titolo (“Mio caro padrone domani ti sparo farò di tua pelle sapon di somaro ti stacco la testa ch’è lucida e tonda così finalmente imparo il bowling”) e ugualmente Contessa contiene parole esplicite: “Compagni dai capi e dalle officine prendete la falce e portate il martello scendete giù in piazza e picchiate con quello scendete giù in piazza e affossate il sistema. Voi gente per bene che pace cercate, la pace per fare quello che voi volete, ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra, vogliamo vedervi finire sottoterra”. Insomma roba da Rivoluzione di ottobre leninista. Ma già poco dopo il 68 Pietrangeli passa al cinema, seguendo le orme del padre, sempre con opere politicamente impegnate come Bianco e nero e il pessimo Porci con le ali tratto dall’omonimo romanzo di Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera, una riduzione in chiave banale e pacchiana del movimento studentesco degli anni 70. Il mancato successo commerciale lo spinge a rivolgersi a Mediaset del “padrone” Berlusconi per cui lavora come regista per Maurizio Costanzo Show, C’è posta per te e Amici. Negli anni ha continuato a scrivere canzoni e a esibirsi. Restano a suo epitaffio le parole di Valle Giulia, il sogno da lui sognato di una intera generazione che fallì ogni ideale finendo nella lotta armata o entrando nei piani alti del nuovo capitalismo rampante: “Hanno impugnato i manganelli ed han picchiato come fanno sempre loro, ma all’improvviso è poi successo un fatto nuovo, un fatto nuovo, un fatto nuovo: non siam scappati più, non siam scappati più!”.