È MORTO L’EX SINDACO, GIORNALISTA E REGISTA PAOLO PILLITTERI: ECCO CHI ERA
Politico, sindaco, deputato, docente universitario, giornalista e critico cinematografico, anche regista per un breve tratto: Paolo Pillitteri è stato uno dei protagonisti della Milano craxiana ed è purtroppo morto oggi 5 dicembre 2024 all’età di 84 anni: l’annuncio della famiglia, rilanciato dall’Agenzia ANSA e dal “Corriere della Sera”, è stato accolto con molta freddezza da una politica con cui fin da giovane i legami sono stati molto stretti, e per cui purtroppo le persecuzioni giudiziarie non hanno permesso una “pensione” serena.
Paolo Pillitteri è morto a Milano nel giorno del suo compleanno, come ricorda il figlio Stefano (già assessore al Comune milanese, ndr), dopo una vita molto ricca di esperienze, tanto nel bene quanto nel male: «buona vita vera», gli augura il figlio che non può non ricordare i 10 anni di persecuzione con Tangentopoli dopo la caduta dell’epoca di Craxi, di cui Pillitteri è stato oltre che un importante esponente nel PSI anche il cognato, avendo sposato la sorella Rosilde nel 1965 (rimasto poi vedovo nel 2017, si era risposato nel 2022 con Cinzia Gelati). «Doveva essergli risparmiato un decennio di persecuzione dei giudici!», riporta amaramente Stefano Pillitteri ricordando l’amato padre.
Giornalista Rai, talentoso regista televisivo in gioventù, poi folgorato dalla politica e dal Partito Socialista di Craxi: Paolo Pillitteri è stato deputato alla Camera nella IX e XI legislatura negli anni Ottanta, ma è per il ruolo di sindaco di Milano che viene principalmente ricordato. Eletto – dopo il collega socialista Carlo Tognoli– nel 21 dicembre 1986, è rimasto in carica fino al 1 gennaio 1992: nel 1987 Pillitteri cambia la maggioranza della giunta, iniziata con uno schema simile al Pentapartito nazionale (PSI, DC, PRI, PLI, PSDI), passando ad una inedita composizione che ricorda un antesignano “campo largo”, con il PCI e i Verdi.
GLI SCONTRI CON BOSSI E LE CRITICHE ALLA SINISTRA PER IL MANCATO RIFORMISMO: UN RICORDO DI PAOLO PILLITTERI
Nel pieno dell’inchiesta “Mani Pulite” Paoli Pillitteri e il suo predecessore alla guida del Comune di Milano Tognoli vengono indagati per un presunto reato di ricettazione da mezzo miliardo di lire: il due volte deputato e sindaco milanese è stato anche condannato a 2 anni e 6 mesi in Appello nel 1996, con la Procura di Milano che gli ha addirittura vietato di partecipare ai funerali del cognato Bettino Craxi nel 2000 nella capitale della Tunisia.
Come ricorda oggi Stefania Craxi, senatrice in FI e figlia dello storico Premier socialista, Pillitteri era parte integrante della famiglia sempre con parole gentili e di conforto: «Non gli fu risparmiata nemmeno l’ultima cattiveria, e soffrì, alla morte di Bettino, l’ostacolo che gli frapposero dei magistrati senza umanità». Arguto, ironico ma anche sensibile nel non riconoscersi mai colpevole di nessun reato, Pillitteri ha avuto anche diversi scontri in passato con la Lega di Umberto Bossi (celebre uno scambio durissimo in cui dava ai leghisti di “razzisti”), ma non ha lesinato critiche feroci anche alla sinistra più contemporanea, troppo lontana ad un riformismo necessario. Come spiegava lo stesso Pillitteri al “Sussidiario.net” nel 2011 in piena Giunta Pisapia a Milano – coalizione tra Pd e “movimento arancione” di sinistra dell’ex sindaco avvocato – quella compagine «sbandava troppo a sinistra, allentandosi dal vero riformismo milanese». Contro la politica gridata e urlata, ma anche critico con un socialismo “perduto” a vantaggio di ideologiche politiche come il radicalismo e il comunismo moderno: un addio importante quello di Paolo Pillitteri per la comunità politica milanese e nazionale, un sincero saluto umano alla famiglia che oggi lo ricorda così sui social, «Paolo ha scelto il giorno del suo 84esimo compleanno per salutarci per sempre».