Paolo Rossi è morto questa mattina: se ne è andato a 64 anni, come al solito in punta di piedi, senza clamori, come era sempre nel suo stile, per un male incurabile, un tumore al polmone, contro cui ha perso l’ultima battaglia. Ci lascia dunque una vera leggenda del calcio italiano: Pablito con i suoi sei gol ci aveva fatto impazzire ai Mondiali di Spagna ’82 riportando l’azzurro sul tetto del mondo, facendo diventare la nazionale di Bearzot un vero mito calcistico. Una carriera brillante, ma non priva di difficoltà e momenti bui la sua: tra il Vicenza e della Juventus, fino all’impegno con la Nazionale e al trofeo del Pallone d’Oro, vinto proprio in seguito all’impresa realizzata nel mondiale spagnolo, quasi quarant’anni fa. Dopo il ritiro dal campo da calcio, l’amore per il pallone lo aveva portato a divulgare la sua enorme conoscenza del calcio presso tutte le principali reti televisive come commentatore. Paolo Rossi indimenticabile, Pablito per sempre… Per parlare della sua scomparsa abbiamo sentito Beppe Bergomi: eccolo in questa intervista esclusiva a ilsussidiario.net.

La scomparsa di Paolo Rossi, un grande del nostro calcio. Ci ha lasciato una grande leggenda del calcio. E’ così Paolo Rossi è stato un grande del nostro calcio, un giocatore che ha lasciato un’impronta incredibile al calcio italiano.

Cosa ricorda di lui, che rapporto aveva con Paolo Rossi? Paolo Rossi aveva un sorriso stupendo, ricordo la sua dolcezza, quello che trasmetteva a tutti anche a me. Con Paolo avevo veramente un rapporto stupendo, ho imparato tanto da lui, mi ha veramente dato tanto.

Al Mondiali di Spagna fu assoluto protagonista per l’Italia i suoi gol ci portarono al trionfo iridato. Cosa ricorda di quei Mondiali, di quella finale dove anche lei fu uno dei protagonisti? Furono Mondiali bellissimi dove Paolo ci portò coi suoi gol al successo finale. La finale con un suo gol dove ci mise sempre la sua impronta. Cosa posso dire di più. Anche lì a quei Mondiali il suo solito modo di essere stupendo, la sua dolcezza, il suo entusiamo eccezionali.

Il rapporto con Bearzot: quanto fu importante un Bearzot che sempre credette in lui. Bearzot fu fondamentale, veramente importante per Paolo. Credette sempre in lui anche dopo i Mondiali d’Argentina quando Paolo si trovò in un momento difficile. Non riusciva più a segnare come prima, passò un periodo difficile. Bearzot lo richiamò in Nazionale, lo convocò per i Mondiali di Spagna. Poi sappiamo tutti come andò a finire.

L’esplosione col Vicenza, gli anni con la Juventus di una grande squadra Paolo Rossi seppe distinguersi non solo in Nazionale. Era difficile marcarlo? E’ così Paolo si seppe distinguere anche nei club, nelle varie squadre. Marcarlo non era facile, era molto rapido, molto veloce. Un attaccante non eccezionale dal punto di vista fisico ma che sapeva sempre metterti in difficoltà e colpirti.

Uno dei più grandi attaccanti mondiali di sempre dove lo metterebbe tra i grandi attaccanti italiani. E’ così è stato uno dei più grandi attaccanti, certamente da mettere nei primi posti della classifica di tutti i tempi.

Un rapporto molto forte quello di Beppe Bergomi con Paolo Rossi… In campo, fuori dal campo, anche in Sky quando abbiamo lavorato assieme. Anche lì un rapporto, un’intesa grandissima, anche lì un’esperienza che mi ha dato tanto dal punto di vista umano.

Cosa può dirci, un ricordo di Pablito, il giocatore che fece impazzire l’Italia a Spagna ’82… Voglio ricordarlo per come era Paolo, col suo sorriso, la sua dolcezza. Una persona indimenticabile che ci mancherà per sempre. Paolo una persona veramente unica come è stato sempre nella sua vita!

(Franco Vittadini)