“La gente rideva di Berlusconi, applaudiva le battute su di lui e poi lo votava, quindi ti ponevi il problema: forse ho sbagliato bersaglio. Ma la questione non riguarda solo lui: dalla metà degli anni 90, i politici in genere hanno cominciato a capire che gli spettacoli di noi comici li rendevano visibili e ci lasciavano fare. Poi hanno cominciato addirittura a farci i complimenti”. Così l’attore Paolo Rossi in un’intervista al Corriere della Sera in cui racconta alcuni episodi della sua carriera e della sua vita.
Come quella volta che a Milano, durante uno spettacolo, fu minacciato da uno spettatore armato di pistola: “Quella sera me la sono vista brutta. Un tizio del pubblico, ubriaco, mi punta la pistola perché non lo stavo facendo ridere. Io ho reagito da vigliacco: sono rimasto fermo a guardarlo. E lui mi dice: sentiamo la prossima battuta se mi fa ridere. E io rispondo: lo spettacolo è finito, grazie e arrivederci… Insomma, non potevo rischiare di non farlo ancora ridere e di morire per una battuta poco divertente”.
Paolo Rossi: “La gente rideva di Berlusconi e poi lo votava, ma per noi era gallina dalle uova d’oro”
Di Berlusconi Paolo Rossi dice che la gente rideva e che poi lo votava ma l’ex presidente del Consiglio “per noi comici era una gallina dalle uova d’oro – spiega l’attore – perché era dotato di una sua comicità involontaria e noi guadagnavamo senza faticare, bastava che ripetessimo le sue battute… un giochetto anche abbastanza umiliante per chi crede nella satira”.
Tra i politici che si sono complimentati con lui, Paolo Rossi ricorda Francesco Cossiga: “Mi arrivò una sua telefonata complimentosa, ma feci finta di non essere io al telefono perché temevo che, oltre ai complimenti, mi avrebbe sciorinato una serie di suggerimenti su come interpretare meglio la sua parte in scena e avrei dovuto pagargli i diritti d’autore. Invece un politico, autentico genio dell’ironia, era Giulio Andreotti, una specie di Buster Keaton”.
Paolo Rossi su Berlusconi che lo censurò e la cittadinanza Rom
Paolo Rossi, oltre a dire di Berlusconi che la gente rideva ma poi lo votava, dice anche che il numero uno di Forza Italia lo censurò. L’attore afferma anche di essere affascinato dai Rom e che, mentre si trovava a Torino, cominciò a frequentare un campo: “Sono affascinato dagli emarginati, dai clochard con cui parlo spesso: io stesso come attore faccio parte di questa categoria, infatti un tempo ci seppellivano in terra sconsacrata. E così ho chiesto la cittadinanza ai Rom, ma il presidente di quella associazione, mi ha risposto: non esiste la cittadinanza Rom, al massimo possiamo prestarti una roulotte”.
Tra gli altri episodi, una volta, racconta l’attore, fu scambiato per il calciatore: “Percorrevo la Bologna-Cesena. Una pattuglia della stradale mi ferma per un controllo e, quando leggono il mio documento, mi chiedono se ero fratello del calciatore. E io ho risposto: secondo voi uno ha 12 figli e li chiama tutti allo stesso modo?”.