Paolo Ruffini, volto noto della televisione e del cinema italiani, questa sera sarà al timone de “La pupa e il secchione (e viceversa)”, programma cult di Italia 1 che, dopo anni di assenza, torna nei palinsesti griffati Mediaset. Le prime anticipazioni sul format della trasmissione le ha fornite lo stesso Ruffini in un’intervista al settimanale “Chi”. “Essendo anche autore del programma, assicuro che vogliamo ridere con le persone e non delle persone; questo è fondamentale, non perché sarebbe bullismo, ma perché se uno vede la foto di Gandhi e non sa chi sia non c’è bisogno di aggiungere altro. Il sapere aiuta solo a essere liberi e a vivere meglio, a fare meglio l’amore, non a dominare gli altri. A scuola ti spiegano L’Infinito di Leopardi, ma non ti spiegano perché l’ha scritto”. Il comico livornese ha poi rivelato di sentirsi “uno scienziato che analizza al microscopio questi bizzarri esseri con vari tipi di disadattamento, ma la sfida di questa evoluzione è prendere il trash in contropiede: ci saranno ospiti come Aldo Busi, Barbara Alberti, Giampiero Mughini e Alessandro Cecchi Paone. Ho cercato di metterci la tenerezza, sarà tutto diverso”.



PAOLO RUFFINI: “IO PAGLIACCIO? FIERO DI ESSERLO”

Inevitabile, poi, un riferimento alla fine della sua storia d’amore con l’attrice e conduttrice Diana Del Bufalo, la quale, nei giorni scorsi, ha citato implicitamente su Instagram Paolo Ruffini, definendolo “un pagliaccio”. Un appellativo del quale il toscano pare andare fiero: “Se mi definiscono un pagliaccio – ha dichiarato a ‘Chi’ – non mi offendo, anzi, mi pregio di esserlo, perché il pagliaccio è un artista. Lavorando con ragazzi affetti dalla sindrome di Down, ho imparato a saltare fra i generi e le definizioni. Se ho commesso degli errori e provocato sofferenza mi scuso, ma, per come sono fatto e per rispetto verso di lei, ho promesso che non ne avrei parlato. Questo però non significa che sia indifferente al dolore, anzi”. C’è da credergli; d’altro canto, era stato proprio lui, poco prima di Natale, a recarsi presso lo studio di “Verissimo” e ad annunciare alla padrona di casa, Silvia Toffanin, e all’intero pubblico l’addio alla sua fidanzata. “Qualsiasi cosa che finisce in maniera dolorosa mi fa star male e mi dispiace. L’amore per me è come la vita, si commettono degli errori. Diana è un essere umano stupendo e vederla soffrire mi fa male”.



PAOLO RUFFINI: L’IMPEGNO A FAVORE DEI DISABILI

Paolo Ruffini, da dieci anni, si occupa con encomiabile costanza anche dei soggetti diversamente abili, arrivando financo a coinvolgerli all’interno di uno spettacolo teatrale. Una causa per la quale il presentatore de “La pupa e il secchione (e viceversa)” ha scelto di combattere con convinzione e rafforzata da un episodio raccontato a “Chi”: “Non ho mai avuto un atteggiamento pietista verso di loro, perché il pietismo è discriminatorio come la tolleranza, altro termine orrendo. Ho ascoltato i ragazzi. Uno di loro, livornese, mi ha detto: ‘Noi speciali? Ma speciali una sega, io sono normale’. Alla fine ti accorgi che, anche se sono trattati come gli ultimi della terra, non cercano follower o medaglie e hanno confidenza con la felicità perché non hanno filtri”. Ruffini ha poi aggiunto di come, inizialmente, nei loro confronti riscontrasse discriminazioni e diffidenza. Adesso, invece, se ne parla di più, ci sono anche serie televisive sul tema ed è una cosa bellissima. Una signora di 83 anni, l’altra sera mi ha detto: ‘Sa, una mia amica aveva un figlio down e lo chiudeva in casa’. Oggi, fortunatamente, si è capito che in natura ci sono mille anomalie, non c’è un tramonto che sia uguale a un altro”.

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