Paolo Ruffini a Domenica In: il racconto della morte del padre
Paolo Ruffini, ospite di Mara Venier, si è raccontato a Domenica In. “E’ un momento della mia vita in cui mi tocca diventare forse più grande e crescere”, ha commentato. Tra le foto che ha portato nel programma, una con la mamma Maria Cristina: “C’è una somiglianza tra noi e poi è un momento di grande gioia”. Da due mesi ha perso il padre: “E’ stato con mia madre per quasi 63 anni”, ha commentato. Il padre è morto il 22 febbraio 2022: “C’è una grande somiglianza di occhi, se ne è andato alle 5 del mattino ed ero nel letto con lui dopo una serata ferocemente meravigliosa piena di preghiere, di scuse e ringraziamenti. Gli ho messo il rumore del mare sotto il cuscino.
Mi ha accompagnato lui verso una crescita, mi sono accorto di questo dopo la sua morte”, ha commentato il comico. Il padre di Paolo Ruffini era malato di diabete: “si è lasciato andare”, ha ammesso. In studio ha accolto i protagonisti di Up and Down, i quali hanno presentato con Ruffini lo spettacolo. (Agg. di Emanuela Longo)
Paolo Ruffini ed il libro “La sindrome di Up”
Il pubblico televisivo ha imparato a conoscere e ad apprezzare Paolo Ruffini per la sua verve comica, espressa appieno negli anni trascorsi alla guida di “Colorado” al fianco di Belen Rodriguez. Pur continuando a essere prevalentemente un comico, l’artista ama però mettersi alla prova anche in ambiti diversi ed è quello che sta facendo ormai da qualche tempo lavorando a teatro con una compagnia teatrale composta da ragazzi down. Un’esperienza che lo ha segnato e che lui ha deciso di raccontare in un libro, dal titolo “La sindrome di Up“.
Per l’attore l’opera rappresenta per lui un piccolo gioiello proprio perché ha messo in evidenza un messaggio a cui lui crede fermamente: siamo fatti per essere felici, non per essere normali. “Loro mi hanno insegnato che trovare la felicità è semplice – ha raccontato l’artista -. Semplice non vuol dire facile, vuol dire semplice. E’ stato come fare un viaggio e ho voluto raccontarlo nel libro”.
Paolo Ruffini non solo comico: il suo ultimo progetto
Queste ultime sperienze hanno così spinto Ruffini a proseguire su questo filone e a mettersi alla prova con un documentario che porterà lo spettatore a riflettere. Si tratta di “PerdutaMente“, un lavoro incentrato sull’Alzheimer, una malattia che molti conoscono bene specialmente quando a esserne colpiti è una persona cara. Non essere più riconosciuti da chi amiamo rappresenta infatti sempre una ferita difficile da rimarginare.
E’ stato lui stesso a raccontare come sia nata questa idea “Mi piace più il sociale dei social. Se uno come me ogni tanto fa lo scemo, non è detto che lo sia – ha dichiarato in un’intervista ad ‘Avvenire’ -. Ho presentato comici in tv e ho fatto l’attore brillante al cinema, ma questo non vuol dire che non possa cimentarmi anche con altro. Divoro cinema da anni, mi ha salvato la vita e dalla strada. Quando mi interessa un argomento, il cinema mi aiuta a divulgare quello che imparo. Ho iniziato a fare documentari, mi sono appassionato al genere e voglio cercare di offrire dei contenuti. Non esistono malattie belle, ma l’Alzheimer ha una sua forma lirica. La sua ferocia sfocia nel sublime: “Io non so chi sei, ma so che ti amo”. Come se la malattia non riuscisse a intaccare veramente tutto. Ti porta via la vita e la memoria, ma non l’anima e l’amore. E c’è un legame molto stretto con il cinema, che è la maniera migliore di trattenere un ricordo