Per la puntata di questa sera Corti e Onnis de Le Iene tendono uno scherzetto a Paolo Ruffini. Il presentatore, attore e regista di Livorno da qualche anno a questa parte gira i maggiori teatri nazionali con uno spettacolo dal titolo “Up&Down“, nel quale condivide il palcoscenico insieme a 5 ragazzi con sindrome di down, uno affetto da autismo e uno in carrozzina. L’affetto di tutta la crew è grandissimo e tra di loro c’è un rapporto di supporto e divertimento continuo, ma alla domanda “Ragazzi, vi va di fare uno scherzo a Paolo insieme a noi?” tutti rispondono in un coro entusiasta “Sì!“. Pochi giorni dopo, prima di uno spettacolo, vengono raggiunti a Trento da Le Iene per mettere in pratica il tranello. Una collaboratrice subito comunica la brutta notizia a Ruffini: “C’è un problema…Non troviamo più Giacomo“. Subito Paolo cerca di indagare sulla questione “l’ultima volta che l’hai visto dov’era?“, ma nonostante poco prima fosse nelle vicinanze, di Giacomone non c’è più traccia. Il regista è in ansia e, cercando di non far notare nulla al resto dei ragazzi, che comunque si “accorgono” della mancanza di Giacomo, prova a telefonarlo senza sosta. Ma niente, il telefono risulta spento. Finalmente, dopo un bel po’, squilla il cellulare, a chiamare è proprio Giacomo: “Ho trovato due persone che ti devono parlare al telefono“. A dover comunicare con Ruffini è l’agente Carbone della Questura di Trento: “Signor Ruffini questo signore è stato trovato all’interno di un negozio di abbigliamento intento a commettere un furto“…
Paolo Ruffini: portato via dalla polizia
Una volta arrivati al teatro, gli agenti e Giacomone, subito quest’ultimo addossa tutte le colpe a Paolo: “È colpa tua! hai rubato tre magliette, è colpa tua!“. I poliziotti, perplessi dalla vicenda, comunicano a Ruffini il loro vero sospetto: che sia proprio lui il mandante del furto? Giacomo avrebbe più volte fatto il suo nome e addirittura avrebbe detto: “Paolo Ruffini mi ha detto di andare lì a rubare!“. A questo punto, Paolo è ovviamente contrariato, ma comunque si prende tutta la responsabilità dell’accaduto. A difesa dell’accusato arriva Federico, che esordisce con un “E allora io quanti aperitivi ho bevuto a nome di Ruffini!“… La situazione si fa complicata per il regista, che però prende il tutto con filosofia e cerca di smorzare gli animi con qualche risata qui e lì. I gendarmi, stanchi di tutta la faccenda, prelevano il devastato e Ruffini lo portano via con dall’auto della polizia. Si torna a teatro per l’ultimo atto e Ruffini vede tutta la sua compagnia schierata ad aspettarlo: ci sono anche Corti e Onnis che urlano “È uno scherzo!“. Ruffini si rilassa e capisce che tutta la sua squadra era complice de Le Iene, ma afferma “Sono stato tanto male, mi dispiace tanto. Non sai come mi dispiaceva, perché non è giusto capito?” il regista continua, difendendo i suoi pupilli “Molto spesso succedono delle cose che non dipendono da loro e mi dispiace quando vedo che la gente non capisce…Come fai a non capirlo? È pazzesco!“. Alla fine, su grande richiesta di Erika, si va tutti al pub felici e contenti…Certo tutti contenti tranne Ruffini!
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