Paolo Savona, presidente della Consob, Commissione nazionale per le società, parla alla presentazione del rapporto dell’Autorità sulle scelte di investimento delle famiglie italiane. Ha definito norme incostituzionali quelle che secondo Savona, ostacolerebbero una difesa del risparmio.

Nell’intervento, riportato dal Sole 24 Ore, inoltre ha definito una “tassa iniqua ed occultal’inflazione che sta facendo registrare un aumento generalizzato dei prezzi al consumo e dei beni primari. Analizzando i dati sulle scelte di investimento delle famiglie emerge che, almeno l’80% degli italiani ritiene che tali operazioni finanziarie siano complesse.



La maggioranza ha però paura dell’aumento dei prezzi e della svalutazione. Mentre ci sarebbe ancora almeno un terzo, tra chi risparmia ed investe, che non comprende il rischio dell’abbassamento del potere d’acquisto. Questo sarebbe dimostrato anche dal fatto che ancora il 21% degli Italiani preferisce lasciare i risparmi sul conto corrente invece di diversificare gli investimenti, con il rischio che l’inflazione possa erodere il valore reale di quanto risparmiato.



I risparmi delle famiglie italiane tra criptovalute e inflazione

Dal rapporto Consob, emergono dati importanti per capire a che punto sono i cittadini italiani in materia di conoscenze finanziarie ed investimenti. Meno della metà degli intervistati ha dichiarato di conoscere nozioni sul rischio di credito, liquidità e mercato. Nonostante queste carenze però, come mostrato da Savona, sono in netta crescita gli investimenti in rete. Soprattutto nel settore criptovalute. Secondo l’economista sarebbe frutto di alcune tipiche associazioni mentali da parte di investitori poco competenti e fortemente influenzati dai mass media, pubblicità, stampa e social : “si associa, tra le altre cose, alla prospettiva di guadagni facili e alla propensione a sopravvalutare le proprie conoscenze in materia“.



Tornando all’inflazione come tassa occulta, secondo il professor Savona, questa violerebbe il “fondamento democratico della: No taxation without representation” Cioè che i cittadini sono costretti a pagare una tassa senza neanche conoscerne i motivi. Un problema sul quale il governo è accusato di non aver fatto alcun progresso, dice Savona, in quanto, aumentando le discriminazioni di trattamento in norme di attività di portafoglio, avrebbe ostacolato il raggiungimento dell’obiettivo di “tutela del risparmio in ogni forma, come previsto dalla Costituzione“.