Si è aperto ieri – quasi evocativamente in occasione della festa del papà – il processo preliminare a carico della 30enne egiziana Noura Morsy, accusata di maltrattamenti aggravati (che inizialmente erano qualificati come ‘istigazione al suicidio‘) dopo la tragica morte del marito 34enne Paolo Silletti che lo scorso aprile si è tolto la vita: un caso delicato sul quale non ci sono ancora delle realtà processuali e che è stato raccontato approfonditamente dalla madre di Paolo Silletti – Nicoletta D’Efremo – sulle pagine del Corriere della Sera proprio in occasione dell’apertura dell’udienza preliminare di ieri a carico della moglie.
Prima di arrivare alle parole di Nicoletta D’Efremo, vale la pena ricordare che Paolo Silletti si è tolto la vita – appunto – lo scorso aprile: dalle primissime indagini è emerso che almeno dal 2021 era vittima di continue vessazioni e incessanti – oltre che sempre più onerose – richieste economiche da parte della moglie, utilizzando la loro bimba come leva per i suoi ricatti; il tutto scoperto grazie ad una denuncia per maltrattamenti che l’uomo aveva presentato poco prima di togliersi la vita, dopo essere stato letteralmente cacciato dall’abitazione che condivideva con la moglie vietandogli anche di passare del tempo con la sua stessa figlia.
La mamma di Paolo Silletti: “La moglie Noura Morsy gli chiedeva costantemente sempre più soldi”
Proprio partendo dalla nipotina, la mamma di Paolo Silletti al Corriere ci ha tenuto a precisare che attualmente “la vediamo ogni lunedì”, approfittando di ogni momento utile per parlarle del padre in modo che possa averne un ricordo differente da quello che ha potuto formare nei pochi anni di vita assieme a lui; mentre con la madre della piccola – ed ovviamente ex moglie del 34enne – inizialmente accolta in casa “come una figlia”, oggi resta solamente un rapporto di reciproco silenzio nel quale “facciamo finta di niente” soprattutto per non far pesare la situazione alla piccola.
Tornando indietro con la mente agli ultimi anni di vita del figlio, la madre di Paolo Silletti – oltre descriverlo come una persona “gioiosa [e] solare” – ha raccontato che il rapporto tra i due cambiò “nel giro di un attimo” con la donna che fin da subito iniziò con “le pretese sempre più assurde e le minacce”; arrivando ad usare “la piccola (..) come un’arma” per ottenere “soldi, macchine e regali” con la costante minaccia di “scapparsene con la bambina”.
“Era – continua la mamma di Paolo Silletti – una richiesta continua di soldi, per qualsiasi cosa”, ricordando in particolare “30mila euro per (..) un appartamento“, i soldi chiesti per “un’auto nuova” dopo che la sua si ruppe in mezzo al deserto egiziano e anche – certamente inferiori, ma non irrilevanti – i “1500 euro” per un cellulare che “adesso sto pagando io”: il figlio – racconta ancora la madre – “era diventato un bancomat” e gli ultimi anni sono stati un vero e proprio “inferno”.