PAOLO SIMONCELLI, CHI È IL PAPÀ DI MARCO

È salito agli onori delle cronache in circostanze tragiche, oggi è un volto davvero noto del paddock di MotoGp: Paolo Simoncelli è il papà di Marco, per tutti il Sic, pilota che nel 2008 si laureava campione del mondo di Moto2 in Malesia e che tre anni più tardi, sulla stessa pista di Sepang, perdeva la vita in un terribile incidente all’inizio della gara di MotoGp. Di Paolo Simoncelli, in quei giorni, aveva immediatamente colpito la grande compostezza di fronte alla morte del figlio: non da tutti, si diceva, lui certamente aveva il fuoco dentro e un milione di domande di significato (lo ha anche ammesso, in certi momenti) ma si è sempre tenuto tutto dentro.



Con grande signorilità o, forse, riconoscendo che dopo tutto c’è un disegno più grande che non comprendiamo. Ad ogni modo, Paolo Simoncelli non ha mai abbandonato il mondo delle corse: anzi, già due anni più tardi si è attivamente impegnato perché il nome di Marco non fosse dimenticato. A margine della Fondazione messa in piedi con la famiglia, Paolo Simoncelli ha fondato la SIC58 Squadra Corse.



SIMONCELLI, IL PAPÀ DI MARCO VUOLE CONTINUARE IL SOGNO DEL FIGLIO, ECCO COME

Il soprannome del figlio, lo storico numero che aveva sulla carena della sua moto, la voglia di continuare a correre e far correre giovani piloti che, come Marco, coltivassero il sogno di diventare campioni. Il team ha debuttato nel Motomondiale nel 2017, e gareggia in Moto3: i suoi piloti oggi sono Filippo Farioli e Luca Lunetta, i risultati (la moto è la Honda) non sono entusiasmanti perché al momento in due hanno raccolto 26 punti ma non va dimenticato che la SIC58 ha lanciato e fatto crescere il talento di Tony Arbolino, che ha già vinto 9 gare nel Motomondiale ed è stato secondo in classifica, alla fine del campionato, sia in Moto3 che l’anno scorso in Moto2.



Paolo Simoncelli per qualcuno è un eroe, per altri un uomo dotato di grande coraggio: per noi, e magari sbaglieremo, è un papà che ha accettato la perdita di un figlio ammettendo e abbracciando il mistero della vita (e della morte) sia pure con parecchie domande e momenti di ribellione, e che ha deciso di onorarne la memoria proseguendo in quello che Marco amava fare, sempre con papà Paolo al fianco, quel papà che oggi ne prosegue la missione.