Il chirurgo Paolo Spada, che lavorava dal 1997 all’Istituto Humanitas di Rozzano, è morto a soli 56. Da mesi combatteva contro un tumore. A dare il triste annuncio, come riportato dal Corriere della Sera, è stato l’ospedale stesso, dove da medico era passato a paziente. I colleghi, con un video, ne avevano raccontato la storia. Un filmato che si concludeva con un messaggio del protagonista stesso nei confronti dei giovani ricercatori nonché medici del futuro: “Impegnatevi sempre a comprendere il momento difficile, a volte disperato, che vivono i pazienti. Mettetevi nei loro panni e siate sempre capaci di comunicare con loro e con i loro familiari”.
Un messaggio che Paolo Spada aveva sentito sulla sua pelle proprio in quei giorni, quando aveva compreso, sulla base delle sue competenze, che sarebbero stati gli ultimi. “Viviamo in un minuscolo pianeta inserito nell’universo, rappresentiamo un punto in una storia enorme in cui la nostra presenza non conta niente. Se noi capiamo di essere persone limitate e con una data di scadenza prossima non possiamo non essere coinvolti quando un paziente ci chiede soccorso. Questo è il significato della nostra esistenza”, aveva detto ancora. È per questo motivo che Paolo Spada non ha potuto non ringraziare i colleghi che lo hanno assistito prima della drammatica fine.
Chi era Paolo Spada: l’attività del medico durante il Covid
Non era tuttavia la prima volta che il dottor Paolo Spada appariva sui social network. Il chirurgo infatti divenuto famoso durante la pandemia di Covid-19 con le sue “Pillole di ottimismo”, ovvero una rubrica in cui dava consigli su come affrontare quel difficile periodo. Non all’insegna del banale “andrà tutto bene”, ma della vita vera e propria con una dose di fiducia nei confronti della scienza. Aveva invitato coi suoi video le persone a non fermarsi e a non avere paura, andando oltre i propri limiti. È così che era diventato uno degli esperti più seguiti sul web. Dal paese dove viveva insieme alla moglie Barbara e i figli, Buccinasco, era riuscito ad arrivare in tutta Italia, donando un sorriso a coloro che vivevano con ansia la lotta contro il virus.