Paolo Stasi, i genitori: “Era ancora vivo”
Dopo tre mesi, ancora non ci sono responsabili per la morte di Paolo Stasi, ucciso a colpi di pistola sotto casa a Francavilla di Fontana. “Paolo era ancora vivo quando io e mia moglie ci affacciammo per le scale di casa”, hanno raccontato papà Pino e Nunzia D’Errico durante l’interrogatorio, come reso noto al Quotidiano di Puglia. I due hanno riferito ai carabinieri che loro figlio era ancora cosciente dopo essere stato raggiunto da due colpi di pistola di piccolo calibro lo scorso 9 novembre intorno alle 17.30, all’ingresso della loro casa.
I genitori, uditi i colpi di pistola, si sono proiettati in strada per capire cosa fosse successo, trovandosi di fronte il loro ragazzo ferito. Il portoncino di casa era chiuso e Paolo di spalle, poggiato proprio alla porta, con lo sguardo assente. Poco dopo si sarebbe accasciato su quelle stesse scale, mentre i genitori gli adagiavano sul capo una coperta, in attesa dei soccorsi, cercando di tenerlo sveglio. Il corpo di Paolo è stato poi portato in strada per agevolare le manovre di rianimazione degli operatori sanitari del 118.
Due indagati per la morte di Paolo Stasi
Paolo Stasi è “spirato tra le nostre braccia”, hanno rivelato i genitori ai carabinieri. Sulle scale di casa sono stati trovati frammenti di quei proiettili partiti dall’arma impiegata dall’assassino: niente bossoli, pare solo schegge. Proiettili non sono stati recuperati neppure nel corpo di Paolo, sul quale il medico legale Raffaele Giorgetti ha eseguito l’esame autoptico dopo dieci giorni dall’omicidio. I risultati di quell’autopsia non sarebbero ancora stati depositati dal medico incaricato dal sostituto procuratore Giuseppe De Nozza della Procura presso il Tribunale di Brindisi.
I carabinieri intanto continuano ad indagare: due i nominativi. Si indaga sull’ipotesi di reato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai motivi futili. Varie le piste seguite: la principale seguirebbe lo spaccio di droga, marijuana e hashish. Il delitto, secondo gli inquirenti, potrebbe essere legato a uno “sgarro” maturato in quell’ambiente. Il principale indagato resta un 18enne amico di Paolo: a casa del ragazzo sono stati trovati una pistola a gas e circa 9mila euro in contanti.