Per gli inquirenti Paolo Vaj sarebbe stato ucciso dalla moglie e dalla’amica, mamma e figlia nel gioco Second life. Una delle due donne, la più giovane, avrebbe confessato il delitto per “proteggere mami”. Tra le due donne ci sarebbe un rapporto profondo e simbiotico. Tra le due è stata evidenziata una dipendenza psicologica, come definito anche dal gip. Le due amiche si erano conosciute in chat attraverso un gioco, Angelica aveva lasciato la Sicilia a gennaio perchè Patrizia aveva avuto un incidente e voleva assisterla, da quel momento non si lasciavano mai. Come spiegato dall’inviata del programma La vita in diretta Estate, nei giorni scorsi sono stati sequestrati oggetti appartamenti alla vittima, come un casco (nelle settimane prima del delitto l’uomo aveva avuto un incidente che gli aveva procurato un trauma cranico), un candelabro (con il quale avrebbe tentato di uccidere le due donne) ed il suo computer. Gli inquirenti si interrogano ora sulla natura del rapporto tra le due donne e sul ruolo di Vaj. Per la difesa delle due donne, che continuano a restare in carcere con l’accusa di omicidio volontario in concorso, si sarebbe trattata di una morta accidentale per problemi di salute. Spiegano i legali: Vaj sarebbe stato nella camera da letto e da solo avrebbe raggiunto la camera dove è stato trovato morto. Ipotesi sostenuta dall’assenza di un trascinamento, come emerso dagli accertamenti. Dunque, sarebbe morto per cause naturali. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
PAOLO VAJ: MORTE VIOLENTA?
Paolo Vaj, 57enne di Serravalle (Vittorio Veneto) è stato trovato senza vita la notte del 19 luglio scorso seduto su un divano letto. L’uomo, secondo quanto rivelato da TrevisoToday, sarebbe stato ucciso sul pavimento della camera da letto e successivamente il suo cadavere sarebbe stato spostato nella cameretta. Questa una delle ipotesi della procura che continua ad indagare al giallo. La vittima viveva con la compagna di 52 anni e con un’amica di 27 anni. Le due donne ora risultano entrambe accusate dell’omicidio di Vaj. Del caso si occuperà questo pomeriggio anche la trasmissione La Vita in Diretta Estate con possibili novità sul misterioso caso di cronaca che non trova, ad oggi, risposte certe. I carabinieri del Roi nei giorni scorsi si sono recati nuovamente nell’abitazione teatro del delitto a caccia di possibili tracce biologiche lungo il corridoio tra la camera matrimoniale e la cameretta. Il fine era quello di confermare in particolare il trascinamento di circa due metri, tra le due camere. Eppure, a smentire l’ipotesi degli inquirenti sono i legali delle due indagate, per i quali la verità è ben diversa.
OMICIDIO PAOLO VAJ: LA VERSIONE DELLA DIFESA DELLE DUE DONNE
Per uno degli avvocati delle due donne ad oggi accusate dell’omicidio di Paolo Vaj, l’uomo si sarebbe “spostato dalla camera matrimoniale alla camerette camminando da solo e a confermarlo ci sono le impronte lasciate dall’uomo in corridoio”. Sempre a detta del legale, quindi, Vaj “era vivo quando si è messo seduto sopra al divano letto. Angelica Cormaci ha raccontato la sua versione il giorno dopo l’arresto sotto l’effetto di farmaci, tra cui la morfina per i dolori dovuti alle percosse subite da Paolo Vaj. Era emotivamente molto scossa”. Una versione di fatto totalmente differente da quella sostenuta invece dagli inquirenti. “Un fatto certo è che l’arteria cardiaca del 57enne era quasi completamente ostruita”, ha aggiunto il legale che ora attende i risultati degli esami medico legali eseguiti sul tessuto del cuore “perché per noi l’ipotesi dell’infarto, occorso durante il litigio e accompagnato da una probabile crisi epilettica, rimane quella più probabile sotto un profilo oggettivo”, ha spiegato la difesa delle due donne indagate.