Elisabetta Villaggio, figlia di Paolo, è stata ospitata a Domenica In, dove ha ricordato il padre e la sua carriera, oltre al rapporto con la moglie. “Mamma Maura e papà erano molto stretti”, racconta Elisabetta, “si sono conosciuti molto giovani e il rapporto è durato per tutta la vita, c’era una grande complicità anche nelle loro differenze. Lei era un po’ gelosa, anche se non l’ha mai dato a vedere, e papà era birichino, ma aveva un carattere che se lo bloccavi, se ne andava per sempre”.
Paolo Villaggio, ricorda la figlia, fu scoperto “da Maurizio Costanzo. Faceva l’impiegato ma lavorava anche con una compagnia amatoriale. Quella sera non faceva il suo spettacolo, doveva esserci Jannacci ma era ammalato, e venne mandato sul palco mio padre, che trattò un po’ male il pubblico, ribaltando la figura del presentatore classico. Costanzo lo vide e gli propose di venire a Roma, pensando che l’avrebbero cacciato entro due giorni, non aveva neanche la valigia”. Il successo di Paolo Villaggio, però, arrivò grazie al fatto che “aveva una rubrica sull’Europeo, ma poi Rizzoli, l’editore, stampò questo libricino, inizialmente in mille copie, vendette subito e iniziarono a stamparne tante. A quel punto poi gli proposero di fare il film, Fantvillagozzi”. (Agg di Lorenzo Drigo)
PAOLO VILLAGGIO, CHI E’ STATO IL PADRE DI ELISABETTA?
Paolo Villaggio, chi è stato il padre di Elisabetta, ospite questo pomeriggio della puntata di “Domenica In” che ci accingiamo a vedere? Questo pomeriggio, infatti, nel corso dell’ottavo appuntamento stagionale con lo storico talk show in onda su Rai 1, sarà di scena nel salotto televisivo di Mara Venier la primogenita dell’attore scomparso oramai cinque anni fa e di cui aveva parlato in una bella intervista concessa al ‘Corriere della Sera’. Ma qual è il ricordo e il testamento, artistico e umano, del comico e attore genovese che oramai ha fatto diventare iconiche figure come quelle del ragionier Ugo Fantozzi o del timido Giandomenico Fracchia? Proviamo a ripercorrerne, in breve, la vita e la carriera, affidandoci invece ai due figli Elisabetta e Pierfrancesco, avuti dal matrimonio con Maura Albites, per un ritratto più intimo e privato.
Nato nel 1932 a Genova, e scomparso nel luglio del 2017 in quel di Roma all’età di 84 anni presso la casa di cura ‘Paideia’ (dove era ricoverato, a causa di complicanze respiratorie e al diabete di cui soffriva da anni), Paolo Villaggio è stato uno dei più geniali e influenti attori e interpreti del cinema italiano dello scorso secolo, nonostante la fama e la statura di ‘culto’ siano arrivate solo tempo dopo. Anche se la sua carriera è indissolubilmente legata al personaggio di Fantozzi, non è solo grazie a quello che l’attore ligure è riuscito a dare vita a vere e proprie ‘maschere’ sulla scia della tradizione italica della Commedia dell’Arte. Tuttavia, da artista poliedrico qual era, e anche se molti conoscono poco della sua attività lontano dal piccolo schermo, Villaggio è stato anche un apprezzato scrittore, cimentandosi inoltre con altri media (teatro, radio e giornalismo), e senza dimenticare l’attività di paroliere per l’amico Fabrizio De Andrè, scrivendo i testi di due sue canzoni.
ELISABETTA VILLAGGIO, REGISTA SULLE ORME DEL PAPA’: “MA ERO LA ‘FIGLIA DI’…”
Se per riassumere la carriera, le opere di Paolo Villaggio e le influenze che queste hanno avuto sulla cultura di massa oltre che sul modo di esprimersi degli italiani negli ultimi cinquant’anni ci vorrebbe un vero e proprio trattato sociologico e tanto spazio da dedicare a un’analisi ragionata della sua filmografia, per conoscere il lato più intimo del personaggio (molto timido eppure estremamente gioviale, a detta dei famigliari) ci affidiamo, come detto, ai due figli e in particolare alla primogenita. Elisabetta, oggi regista televisiva e di documentari, nonché scrittrice, qualche giorno fa aveva svelato nuovi aspetti del privato del papà e del suo rapporto con lui: tuttavia è interessante quanto dichiarato dalla 64enne in un’altra intervista, in cui spiegava che la sua figura, per lei che aveva deciso di seguirne le orme nel mondo dello spettacolo, era stata ingombrante: “Papà lavorava, gli piaceva vedersi con gli amici, per cui anche per questo forse è stato poco presente”.
E nella vita famigliare e privata com’era l’attore? “Timido? Sì, lo era davvero tanto. Nella vita privata. Poi però davanti al pubblico cambiava, si scaldava e si “gonfiava” come un palloncino. Si trasformava” aveva ammesso la figlia parlando col ‘Corriere Adriatico’ e spiegando che la decisione di lavorare in televisione -seppure dietro le quinte da regista e non davanti alle telecamere come il padre- era nata per caso: “È stato difficile: agli inizi non ero Elisabetta, ma la ‘figlia di’ (…) Come a scuola quelli a cui ero antipatica mi chiamavano Cita. Ma anche lì lasciavo correre” aveva aggiunto, elencando poi alcuni dei momenti più belli vissuti assieme al genitore: “Sicuramente a Venezia, quando ha preso il Leone d’oro alla carriera. L’ho visto felicissimo, perché fu riconosciuta la sua carriera anche dalla critica vera, quella di serie A. Come lo descriverei a chi non l’ha conosciuto? Aveva poca manualità, ma una cultura e un intelletto straordinari: sapeva la storia, era curioso, non si annoiava mai, aveva una grande carica” aveva aggiunto, ricordando che per lui il personaggio di Fantozzi era diventato oramai come “un terzo figlio”.