Paolo Villaggio: come è morto il grandissimo attore e comico? In occasione della messa in onda del film “Io speriamo che me la cavo”, diretto da Lina Wertmuller con protagonista un eccellente Paolo Villaggio, si è tornati a parlare della causa della morte del compianto artista. L’attore, che tutti ricorderanno per aver ideato e interpretato il personaggio del ragionier Fantozzi, è morto all’età di 84 anni il 3 luglio del 2017. Sono passati quasi 5 anni dalla sua morte, eppure le sue opere cinematografiche sono ancora così attuali. Villaggio si è spento presso la casa di cura privata “Paideia” di Roma per delle complicazioni alle vie respiratorie causate dal diabete.



Proprio la figlia Elisabetta, intervistata ai microfoni di RaiNews 24, ha parlato della morte del padre: “era un mese e mezzo che era ricoverato. Se n’è andato a poco a poco, non si è accorto di nulla”. Il regista e attore, infatti, era stato ricoverato prima all’Ospedale Gemelli dal 14 maggio al 9 giugno e successivamente trasferito nella struttura di Collina Fleming.



Paolo Villaggio, causa morte: parlano i figli

La morte di Paolo Villaggio è arrivata come un fulmine a ciel sereno nel mondo del cinema e dello spettacolo. Purtroppo il mitico ragionier Fantozzi è stato stroncato da alcune complicazioni legate al diabete di cui soffriva da anni. Proprio il figlio Pierfrancesco ha rivelato: ” aveva il diabete. Si è curato poco e male. Era nel suo carattere. Lo sapeva ma non ha fatto niente per impedirlo”. Sui social in tanti l’hanno ricordato ed omaggiato. Tra i tantissimi messaggi d’affetto menzioniamo quello della figlia Elisabetta che ha dedicato un bellissimo ricordo all’amato papà: “ora è libero di nuovo di volare, di vagare con la sua mente, perché nell’ultimo periodo stava male. Dove è volato non lo sappiamo”.



Eppure il rapporto padre – figli non è stato dei migliori stando a quanto rivelato dal figlio Pierfrancesco: “papà era assente, come molti di quelli che fanno questo mestiere e ultimamente ho avuto occasione di stare vicino a lui, perché abbiamo lavorato insieme. E questo ci ha permesso di instaurare un rapporto che non c’era mai stato”. Anche la figlia Elisabetta ha rivelato “ci ha insegnato a essere più forte. Non era una persona semplice in senso assoluto”.