Paolo Villaggio, com’è morto? La lotta contro il diabete
Paolo Villaggio moriva nel 2017 all’età di 84 anni, lasciando un vuoto incolmabile nel panorama comico italiano. La sua eredità, fatta di personaggi indimenticabili come il ragionier Ugo Fantozzi, il professor Kranz e il timido Giandomenico Fracchia, continua ancora oggi a farci sorridere e riflettere, rendendo l’attore una delle vere e proprie icone del cinema italiano.
Negli ultimi anni della sua vita, Paolo Villaggio ha combattuto contro diverse problematiche di salute, tra cui il diabete. Proprio questa malattia, curata in modo non ottimale come raccontato dai suoi figli, ha portato a delle complicanze respiratorie che lo hanno costretto al ricovero in ospedale. Purtroppo, le sue condizioni si sono aggravate fino alla sua scomparsa.
Paolo Villaggio: la moglie Maura e il rapporto conflittuale col figlio Pierfrancesco
Parlando invece di vita privata, Paolo Villaggio era sposato con Maura Albites. Il loro è stato un grande amore, dal quale sono nati due figli: Elisabetta e Pierfrancesco. Nel corso degli anni, soprattutto dopo la morte dell’attore, entrambi l’hanno spesso omaggiato in alcune interviste televisive, durante le quali hanno raccontato anche aneddoti sulla loro vita privata. Elisabetta ne ha spesso esaltato lo spirito libero e la sua grande passione per il lavoro. Diversa, invece, la situazione per Pierfrancesco, che con il padre Paolo Villaggio ha sempre avuto un rapporto alquanto conflittuale.
A causare problemi in questo rapporto è stato anche il fatto che il figlio di Villaggio facesse uso di droga, come lui stesso ha dichiarato in un’intervista: “Il mio rapporto con l’eroina è cominciato prestissimo, avevo 17 anni. La mia passione è stata quasi interamente consumata dalla dipendenza. Se a questo aggiungiamo il fatto che non ho mai avuto necessità di lavorare per mantenermi capirà che è stato difficile trovare la mia strada. – ha raccontato, concludendo poi – È vero, ho amato lo studio e la fotografia ma la verità è che non sono mai stato coerente e se sposti la sua attenzioni di continuo non approfondisci mai quello che sai fare veramente.”