Paolo Villaggio, com’è morto l’attore: stroncato da una malattia nel 2017

Paolo Villaggio è stato uno dei simboli del cinema italiano, genio della comicità italiana nonché storico inventore ed interprete del ragionier Ugo Fantozzi. Una carriera di grande successo sul piccolo e sul grande schermo, ma anche una famiglia che è sempre stata al suo fianco supportandolo lungo tutto il suo percorso professionale. Per questo il giorno della sua morte, il 3 luglio 2017, ha rappresentato un grande dolore per il suo pubblico, la famiglia e per tutti coloro che gli hanno voluto bene.



Ma com’è morto Paolo Villaggio? L’attore si è spento all’età di 84 anni in seguito ad una malattia: da giorni era infatti ricoverato presso la casa di cura privata “Paideia” a Roma a causa di alcune complicanze respiratorie legate al diabete. Al suo fianco c’è sempre stata la moglie Maura Albites, conosciuta nel 1954 presso il lido di Genova e con la quale è convolata a nozze sul finire degli anni ’50; dal loro matrimonio sono nati due figli, Elisabetta e Pierfrancesco Villaggio, rispettivamente nel 1959 e nel 1962.



Paolo Villaggio, chi sono la moglie e i figli dell’attore

Maura Albites, Elisabetta e Pierfrancesco, moglie e figli di Paolo Villaggio, sono stati la colonna portante nella vita dell’attore. La malattia se l’è portato via, un diabete che poteva essere curato con un po’ più di attenzione come ricordato dalla figlia Elisabetta in un’intervista a Oggi è un altro giorno nel settembre 2021: “Nessuno riusciva a fermarlo. Io cercavo di fargli capire che non doveva mangiare dolci, formaggi, lui invece appena usciva dall’ospedale in pasticceria. Se fosse stato un po’ più attento sarebbe andato avanti di più“.



Elisabetta Villaggio in carriera ha seguito le orme del padre, avvicinandosi al mondo del cinema e della televisione dopo gli studi; ha infatti lavorato nel piccolo schermo come regista e assistente alla regia, oltre come autrice e consulente per alcune trasmissioni. Pierfrancesco Villaggio, invece, in una vecchia intervista a Vanity Fair nel 2016 aveva ricordato il rapporto turbolento con il padre, del quale non si è mai sentito all’altezza: “Il confronto con un artista ingombrante come mio padre mi ha inevitabilmente condizionato. Non mi sono mai sentito all’altezza ed è forse per questo che oggi mi ritengo insoddisfatto”.