Sembra impossibile, ma è proprio così: oggi, venerdì 3 luglio 2020, sono esattamente tre anni senza Paolo Villaggio, uno degli emblemi per antonomasia della comicità italiana, divenuto celebre agli occhi del grande pubblico italiano per avere impersonato uno dei personaggi più amati di tutte le epoche, il ragionier Ugo Fantozzi. Tuttavia, sarebbe riduttivo limitare la carriera dell’artista nato a Genova il 30 dicembre 1932 a quest’unico lavoro, seppur impreziosito da numerose pellicole: Villaggio ha avuto l’onore di recitare per uno dei più grandi registi di sempre, Federico Fellini, ed è stato anche scrittore e attore in molte fiction di successo, come “Carabinieri”, alla quale ha preso parte dal 2002 al 2008. Ai giovanissimi che non avessero avuto la fortuna di apprezzare l’arte di Paolo Villaggio, basti pensare agli accostamenti illustri ai quali è stato sottoposto durante la sua carriera: Buster Keaton, Charlie Chaplin, Stan Laurel e Oliver Harduy. Nomi di risonanza intercontinentale e che testimoniano la grandezza dell’interprete ligure, che è stato anche insignito del Leone d’oro alla carriera in occasione dell’edizione numero 49 della Mostra internazionale del cinema di Venezia.
PAOLO VILLAGGIO CI LASCIAVA TRE ANNI FA
Tre anni, dicevamo. Erano le 6 di mattina del 3 luglio 2017 quando Paolo Villaggio esalò il suo ultimo respiro all’età di 84 anni presso la casa di cura privata “Paideia” di Roma, dove si trovava ricoverato dagli inizi di giugno a causa di complicanze respiratorie dovute al diabete, che lo tormentava da tempo. La camera ardente fu allestita in Campidoglio il 5 luglio, mentre il funerale laico si tenne nel pomeriggio alla Casa del Cinema di Roma e, per sua espressa volontà, il 25 luglio dello stesso anno le sue ceneri furono tumulate a Sori, accanto ai suoi genitori. Furono tanti gli artisti e i colleghi che parteciparono alle esequie per rendere omaggio a Paolo Villaggio o che, in ogni caso, decisero di ricordarlo con una dichiarazione alla stampa: un atto spontaneo, quasi dovuto al cospetto di una carriera tanto illustre e impossibile da replicare. Fra questi vi fu anche Roberto Benigni, il quale dichiarò: “È stato il più grande clown della sua generazione, un clown irripetibile, rarissimo, come i grandi poeti. Con Fantozzi, Paolo ha creato la prima vera maschera nazionale: qualcosa che durerà in eterno”.