Paolo Zangrillo a tutto tondo nella lunga intervista rilasciata ai microfoni del Messaggero. Tanti i temi toccati dal titolare della Pubblica Amministrazione, a partire dai concorsi statali e dai 150 mila che andranno in pensione e dunque da sostituire. Una sfida complessa, ha ammesso il ministro: “Ma devo dire che nel 2022 abbiamo rispettato gli impegni che ci eravamo presi. Sono entrate 157mila persone nella Pubblica amministrazione. L’obiettivo di quest’anno è molto ambizioso, e i dati che abbiamo raccolto su come sono state gestite le procedure concorsuali negli ultimi due anni ci danno fiducia”.



Paolo Zangrillo ha sottolineato che per quanto riguarda il tempo medio della durata delle procedure di concorso dai 780 giorni pre-pandemia ai 169 giorni del 2022. L’Italia si attesta dunque tra i migliori in Europa: “Naturalmente questo dato tiene conto del fatto che durante la pandemia abbiamo rivisto le procedure eliminando alcuni passaggi che erano incompatibili con il momento che stavamo vivendo”.



La ricetta di Paolo Zangrillo

L’obiettivo del ministro Paolo Zangrillo è quello di arrivare dal bando all’assunzione in sei mesi, 180 giorni in tutto. Si tratta di un obiettivo piuttosto ambizioso, ha ammesso, ma raccogliere certe sfide è necessario per rendere la PA attrattiva. Nel corso dell’intervista, l’azzurro si è soffermato anche sul confronto tra pubblico e privato: “Credo che il tema dell’attrattività riguardi oggi sia il pubblico che il privato. Certo da noi, come dire, l’erba da tagliare è alta soprattutto guardando a come viene gestito il capitale umano una volta inserito nelle amministrazioni”. Paolo Zangrillo ha anche aggiunto che “affermare che la Pubblica amministrazione in termini generali non è competitiva sul fronte retributivo, è un’affermazione generica e superficiale”: “È chiaro che se mi confronto con le grandi aziende private, può essere che effettivamente ci sia un gap tra offerta retributiva della Pa e quella della grande multinazionale. Ma se mi riferisco al panorama italiano delle aziende, sostanzialmente fatto di piccole e medie imprese, la Pubblica amministrazione è in grado di essere competitiva sia dal punto di vista degli stipendi che delle prospettive di carriera. Poi c’è il grande tema del merito”.

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