Secondo una intervista rilasciata al sito Cruxnow dal sacerdote argentino padre Fernando Miguens, grande amico personale del futuro papa Francesco ed ex rettore del seminario di San Michele a Buenos Aires, nel 2005 l’allora pontefice Benedetto XVI offrì personalmente al futuro papa il ruolo di segretario di stato vaticano, il più importante della Chiesa cattolica dopo quello di papa. Ma, sempre secondo le parole del prete argentino, Bergoglio rifiutò. Il no dell’allora cardinale di Buenos Aires non deve essere però inteso come un rifiuto di obbedienza a Benedetto. Più volte Ratzinger, che aveva massima stima di Bergoglio, era ricorso al suo consiglio e una volta diventato papa i due si sentivano regolarmente al telefono almeno una volta al mese. Ratzinger lo voleva come segretario di stato con lo specifico intento “di ripulire la Curia”, dice padre Miguens. Aveva bisogno, continua, di un uomo forte “con le unghie affilate come un suonatore di chitarra” avrebbe detto, e sapendo le ultime vicende della Chiesa, si può capirne il perché.



LA CURIA CORROTTA

Benedetto XVI si era trovato davanti un ambienti difficilissimo e per molti versi corrotto. Secondo alcuni fu proprio per questo motivo che avrebbe dato le dimissioni, una lotta troppo dura per lui. Sempre secondo il sito Cruxnow diverse fonti vicino all’attuale papa non hanno né smentito né confermato l’episodio, molti lo hanno però trovato “plausibile” si legge. Per lo scrittore britannico Austen Ivereigh, biografo papale e autore di The Great Reformer, la notizia è plausibile in quanto “il cardinale Bergoglio aveva una reputazione a Roma come crociato anti-corruzione”, cosa che ha dimostrato ampiamente una volta diventato papa. Ma Bergoglio non si sentiva di prendere una responsabilità così grande. Già nel 2001 dopo il suo intervento al Sinodo dei vescovi che impressionò tutti i presenti, molti alti prelati volevano Bergoglio a Roma, ma lui si schernì, dicendo “morirei se mi occupassi della Curia romana”. Padre Miguens racconta anche che sia Paolo VI che Giovanni Paolo II affrontarono prove molto dure per via della corruzione presente nella Curia romana, così come Benedetto XVI. Il fatto dimostra ancora una volta la grande fiducia di Ratzinger nei confronti di Bergoglio, a discapito di quanti in anni recenti hanno provato a metterli uno contro l’altro con varie prese di posizione.

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