Ancora una volta papa Francesco attacca l’uso indiscriminato della menzogna, argomento a lui molto caro, probabilmente perché vittima quotidiana della menzogna di tanti, anche in ambiente ecclesiastico. Oggi all’udienza del mercoledì in continuità con le catechesi delle scorse settimane, papa Francesco ha commentato il brano degli Atti degli Apostoli in cui Luca racconta della creazione dei diaconi nella Chiesa e descrive la figura di Stefano, il primo martire cristiano. A inizio del suo discorso ha citato “l’insorgere di alcuni problemi” nella comunità cristiana formata da giudei e greci: “la ‘zizzania’ della mormorazione, la zizzania del chiacchiericcio: i greci mormorano per la disattenzione della comunità nei confronti delle loro vedove”. Da qui la menzogna, definita dal pontefice “cancro diabolico”: “La soluzione più meschina per annientare un essere umano” è “la calunnia o falsa testimonianza. Noi sappiamo che la calunnia uccide sempre”.
I MARTIRI NON SONO SANTINI
La volontà, ha detto ancora papa Francesco, di distruggere la reputazione di una persona aggredisce anche il corpo ecclesiale “e lo danneggia gravemente quando, per meschini interessi o per coprire le proprie inadempienze, ci si coalizza per infangare qualcuno”. Parlando poi del primo martire, Santo Stefano, che ha accettato la condanna e perdonato i suoi persecutori, ha detto che “non sono i bei discorsi a rivelare la nostra identità di figli di Dio, ma solo l’abbandono della propria vita nelle mani del Padre e il perdono per chi ci offende”. Francesco ha quindi spiegato che “I martiri non sono “santini”, ma uomini e donne in carne e ossa che – come dice l’Apocalisse – «hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello» (7,14). Essi sono i veri vincitori”. Guardando ai martiri di ieri e di oggi, conclude il Papa, impariamo “a vivere una vita piena, accogliendo il martirio della fedeltà quotidiana al Vangelo e della conformazione a Cristo”.