Il colonnello dei carabinieri che ha convinto il figlio a parlare con le forze dell’ordine e ad aiutare a rintracciare il corpo di Thomas Christopher Luciani si sente in parte responsabile dell’omicidio di Pescara. Del suo senso di colpa ha parlato nell’intervista concessa al Corriere della Sera, in cui spiega come è cambiata la sua vita dopo che il figlio gli ha raccontato delle coltellate inferte al ragazzo dagli amici. Ora la posizione del figlio è al vaglio degli inquirenti, il fatto che abbia contribuito a far ritrovare il corpo del coetaneo potrebbe aiutarlo, intanto il papà dichiara di non assolversi come padre: «Qui nessun adulto può assolversi davvero», dichiara il militare dell’Arma, che si affida alla sua fede cattolica per ricordare che anche chi punta il dito pecca.
Il suo auspicio è che il figlio riesca a migliorare la sua vita d’ora in poi, tenendo però sempre presente cos’è successo e vivendo da «consegnato», per usare un termine a lui familiare: deve ricordarsi sempre il «ragazzo che ha visto morire» ed esserne all’altezza, anche per una sorta di rispetto perenne nei confronti della vittima. Il genitore si interroga anche sul controllo che aveva sul figlio, spiegando che gli chiedeva sempre dove andasse, con chi e cosa facesse insieme ai suoi amici, ma forse ciò non è sufficiente alla luce anche dell’omicidio di Pescara.
OMICIDIO PESCARA, “ORA BISOGNA CAPIRE, NON GIUDICARE”
Il papà carabiniere di uno dei ragazzi coinvolti nell’omicidio di Thomas Christopher Luciani ammette che le risposte che riceveva dal figlio erano da un lato rassicuranti, dall’altro ingannevoli, riconoscendo che probabilmente avrebbe dovuto informarsi meglio quando gli diceva che usciva, ad esempio, con il figlio di un avvocato e di un suo collega.
Comunque, ritiene che questo non sia il momento in cui emettere giudizi, ma quello della comprensione, aggiunge nell’intervista al Corriere della Sera, soffermandosi anche sul dibattito riguardante l’uso dei cellulari e dei social network, precisando che se da un lato è giusto parlarne, dall’altro non vi sono elementi sicuri al riguardo per quanto riguarda questa vicenda. Infine, il carabiniere manda un messaggio al mondo dell’informazione in merito al modo in cui viene trattata questa vicenda delicata, nella speranza che i giornalisti la trattino con la delicatezza necessaria, visto che è un caso molto drammatico.