Visita di Papa Francesco a Camerino, in provincia di Macerata, paese devastato dal terremoto di 3 anni fa che provocò la morte di ben 303 persone. Il Pontefice ha voluto far sentire la sua vicinanza alla popolazione locale, e prima di congedarsi ha mandato un messaggio alle autorità: «Sono passati quasi tre anni e il rischio è che, dopo il primo coinvolgimento emotivo e mediatico, l’attenzione cali e le promesse vadano a finire nel dimenticatoio, aumentando la frustrazione di chi vede il territorio spopolarsi sempre di più». Quindi il Santo Padre ha ribadito: «quaggiù troppe cose si dimenticano in fretta, Dio non ci lascia nel dimenticatoio». Numerosi gli striscioni che Papa Francesco ha trovato al suo arrivo, come ad esempio «Santità, affidiamo a lei il nostro futuro»; «Ridateci la nostra dignità!»; «Ricostruzione assente». Sua Santità ha poi fatto visita a sei famiglie (quando in realtà da programma doveva visitarne solo tre) ed è stato decisamente simpatico il siparietto andato in scena con una coppia con cui ha fatto colazione: si è cibato solo Francesco e per rompere l’emozione ha chiesto ironico «Allora sono avvelenate?». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



PAPA FRANCESCO A CAMERINO

Un “blitz”, un toccata e fuga che ha però un sapore tutto speciale per gli sfollati che da anni vivono il doppio dramma del terremoto, lo spavento e l’interminabile attesa prima di riavere una propria casa. Così Papa Francesco si dimostra sempre vicino ai terremotati del Centro Italia con la visita in particolare a Camerino che in questo momento vede la celebrazione della Santa Messa nel centro della cittadina tra le più colpite dal tremendo terremoto del 2016, non prima di aver fatto visita alle strutture emergenziali della Sae in località Cortine. «Buon giorno a tutti voi, avrei voluto visitare tutte le case, ogni casa, ma non è possibile. Per questo – ha detto il Papa questa mattina all’arrivo a Camerino – vi saluto da qui. Sono vicino ad ognuno di voi, prego per voi, perché questa situazione si risolva il più presto possibile. Grazie della vostra pazienza e del vostro coraggio, pregate per me»: l’abbraccio del Santo Padre agli abitanti e sfollati si è unito nella intensa preghiera durante la visita alla Cattedrale di Camerino, ancora inagibile dopo il mezzo crollo di tre anni fa. Un Papa con l’elmetto davanti alla statua della Madonna sfigurata: una delle immagini più potenti di quanto la realtà terrena sia fragile e di quanto serva sempre di più quell’abbraccio salvifico che solo la presenza di Cristo in terre può donare.



PAPA FRANCESCO DAI TERREMOTATI: L’ABBRACCIO NEL CROLLO

La celebrazione della Santa Messa, cui seguirà la preghiera dell’Angelus, è in corso nella piazza Cavour tutta puntellata per permettere, pur nella zona rossa, la sequenza degli appuntamenti e benedizioni di Papa Francesco al popolo ferito di Camerino. Prima della Sacra Eucaristia, il Pontefice ha incoraggiato gli anziani nell’area delle case temporanee e ha parlato al lungo con i ragazzi: «Bisogna andare avanti, coraggio». Scortato nella zona rossa, Papa Bergoglio ha indossato l’elmetto di protezione dei Vigili del fuoco e ha pregato in un silenzio surreale: tutto sembra essersi fermato a 3 anni fa, dolore e paura sono ancora tangibili, e proprio per questo l’abbraccio di Santa Madre Chiesa è ancora più “utile”, un segno di certezza e benevolenza in mezzo al dolore del crollo strutturale, fisico e psicologico. Tutto è pericolante ma l’amore di Cristo resta: la speranza non è altissima da queste parti eppure l’arrivo del Papa è bastato per ridestare gli animi. All’uomo serve davvero poco per ripartire e serve soprattutto una compagnia per poter “rimanere” nel dolore: «sono qui per starvi vicino, Dio vi è vicino. Rischio che promesse vengano dimenticate, il Signore invece spinge per ricordarsi di noi, Dio guarisce le nostre membra ferite. Chi è mai l’uomo affinché Dio se ne ricordi?».