IL VIAGGIO DI PAPA FRANCESCO A MALTA: “PREGHIAMO PER LA PACE”

«Gesù non ha nulla di astratto, tocca la vita e la libera, la trasforma, la rinnova. Qui che si manifesta il fiuto del popolo di Dio, che non si accontenta del tempio fatto di pietre, ma si raduna attorno alla persona di Gesù»: così Papa Francesco ha introdotto l’omelia della Santa Messa a La Valletta, per il suo primo giorno di viaggio apostolico a Malta.



Dalla guerra in Ucraina alla tragedia dei migranti, il Santo Padre non tralascia nulla dei temi più attuali nella piccola isola così vicina all’Italia: «Il desiderio del Signore è che anche noi diventiamo testimoni instancabili di riconciliazione: testimoni di un Dio per il quale non esiste la parola irrecuperabile». Durante l’Angelus sempre da Malta, Papa Francesco torna a far pregare per l’Ucraina: «Preghiamo ora per la pace, pensando alla tragedia umanitaria della martoriata Ucraina, ancora sotto i bombardamenti di questa guerra sacrilega».



PAPA FRANCESCO, L’UCRAINA E L’ATTACCO (INDIRETTO) A PUTIN

Durante il volo verso Malta ieri sera Papa Francesco non ha escluso una sua prossima visita un Ucraina, prodromo di una maggiore presenza “diplomatica” e di aiuto concreto per raggiungere la pace nel tragico conflitto in atto da ormai più di un mese.

«Sì è sul tavolo il viaggio a Kiev», ha risposto ad una domanda diretta di un giornalista, «la guerra è una misura umana davanti all’aggressività infantile e distruttiva che ci minaccia, di fronte al rischio di una guerra fredda allargata che può soffocare la vita di interi popoli e generazioni». Importante e significativo il riferimento di Papa Francesco diretto alla Russia, che suona quasi certamente come un monito al Presidente Vladimir Putin (pur senza citarlo): «Mentre ancora una volta qualche potente, tristemente rinchiuso nelle anacronistiche pretese di interessi nazionalisti, provoca e fomenta conflitti, la gente comune avverte il bisogno di costruire un futuro che, o sarà insieme, o non sarà». Tornando all’omelia da Malta, Papa Bergoglio sembra citare ancora la guerra in Ucraina e i soprusi delle forze russe nel suo commento al Vangelo del giorno (i farisei che attaccano la donna adultera, ndr): «anche nella nostra religiosità possono insinuarsi il tarlo dell’ipocrisia e il vizio di puntare il dito… C’è sempre il pericolo di fraintendere Gesù, di averne il nome sulle labbra ma di smentirlo nei fatti». Quelli che il Papa chiama “paladini di Dio” possono comunque trovarsi a calpestare l’altrui vita: «coloro che si ergono a paladini di Dio ma non si accorgono di calpestare i fratelli. Quello che conta per Gesù è l’apertura disponibile di chi non si sente arrivato, bensì bisognoso di salvezza».