CREMLINO CHIUDE (PER ORA) ALL’INCONTRO PAPA-PUTIN
«Non sono stati raggiunti accordi su un incontro tra Papa Francesco ed il presidente russo Vladimir Putin»: a chiudere, per ora, qualsiasi speranza di un viaggio a breve in Russia ci pensa il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov.
Da Mosca vengono così ridimensionate le aperture fatte solo questa mattina dall’ambasciatore russo presso la Santa Sede: «Tali iniziative vengono inviate attraverso i canali diplomatici. Non ci sono accordi su incontri e non sono stati raggiunti», ha poi aggiunto Peskov senza comunque voler esprimere una valutazione sulla necessità/opportunità di colloqui di pace tra Papa Francesco e il Presidente Putin. Dopo la dura presa di posizione del Patriarcato di Mosca contro il Pontefice, anche la chiusura del Cremlino non depone a favore per un dialogo disteso e imminente. «Si è offerta la disponibilità del Santo Padre di andare a Mosca, d’incontrare personalmente il presidente Putin, aspettiamo che siano loro a reagire, a dirci che cosa vogliono», è la pronta risposta del Segretario di Stato, Cardinal Pietro Parolin, alle dichiarazioni del Cremlino sullo stop all’eventuale incontro tra Papa Francesco e Vladimir Putin. «Più di così non credo che da parte del Santo Padre ci possa essere qualche ulteriore iniziativa da prendere», ha aggiunto il n. 2 del Vaticano, «Con Mosca è un momento difficile, ma niente gelo».
Dall’Ucraina intanto, il vescovo cattolico di Leopoli Mieczyslaw Mokrzycki considera impossibile un vero dialogo con il Cremlino in quanto Putin non vorrebbe solo il Donbass, ma «tutta l’Ucraina»: in merito al viaggio per il momento annullato dal Papa verso Kiev, il vescovo sottolinea all’ANSA «Sarebbe una cosa molto attesa dalla gente. Come apostolo della pace bacerebbe questa terra martorizzata e la benedirebbe. Anche senza fare incontri, il solo suo mettere il piede in questa terra, come Pietro dei nostri tempi, sarebbe un segnale di speranza in mezzo tanto dolore della nostra gente».
PAPA FRANCESCO A MOSCA? LE REAZIONI DI RUSSIA E UCRAINA (E DI KIRILL)
«In ogni situazione internazionale, il dialogo con Francesco è importante per Mosca»: lo ha detto l’ambasciatore russo in Vaticano Aleksandr Avdeev, si tratta della prima risposta ufficiale della Russia dopo la “sollecitazione” di Papa Francesco in merito alla richiesta di viaggio a Mosca per incontrare il Presidente Vladimir Putin.
Nell’intervista del 3 maggio al “Corriere della Sera”, il Santo Padre aveva invocato nuovamente lo stop della “terza guerra mondiale” annunciando l’intenzione ancora valida di procedere con un viaggio in Russia per parlare direttamente con il Capo del Cremlino. Non solo, Papa Francesco aveva detto «ho chiesto al cardinale Parolin, dopo venti giorni di guerra, di fare arrivare a Putin il messaggio che io ero disposto ad andare a Mosca. Certo, era necessario che il leader del Cremlino concedesse qualche finestrina. Non abbiamo ancora avuto risposta e stiamo ancora insistendo, anche se temo che Putin non possa e voglia fare questo incontro in questo momento». Ebbene, ora la risposta è arrivata ed è tutt’altro che negativa: «Bergoglio è sempre un compagno gradito, un interlocutore desiderato», ha spiegato l’ambasciatore Avdeev nel corso di un’intervista all’agenzia di stampa Ria Novosti, aggiungendo come la Russia tanto oggi quanto domani vede sempre importante «il dialogo con il Pontefice». Positivo anche il commento dell’arcivescovo di Mosca, e Presidente dei Vescovi cattolici della Russia, Mons. Paolo Pezzi: «l’idea di incontrarsi possa essere vista positivamente dal presidente Putin». Per nulla incline al dialogo sembra invece il Patriarcato di Mosca, probabilmente “scottato” dalla critica fatta da Papa Francesco (che ha chiesto a Kirill «non faccia il chierichetto di Putin»): «Papa Francesco ha scelto il tono sbagliato per trasmettere il contenuto. È improbabile che tali affermazioni contribuiscano all’instaurazione di un dialogo costruttivo tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa russa ortodossa, che è particolarmente necessario in questo momento», si legge nella nota del servizio di comunicazione del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne (Decr) del Patriarcato di Mosca.
LA REAZIONE “FREDDA” DELL’UCRAINA ALLA PROPOSTA DEL PAPA
Reazione un filino più “fredda” arriva invece dall’Ucraina dopo le parole di Papa Francesco: il Pontefice aveva sì lodato la resistenza del popolo martoriato e devastato, ma aveva anche ribadito «a Kiev io sento che non devo andare. Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin. Ma anche io sono un prete, che cosa posso fare? Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta…».
L’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, mons. Andrii Yurash, fa ben intuire lo scetticismo di Kiev circa il dialogo tra Papa Francesco e Putin: «Un messaggio significativo quello del Santo Padre. Peccato però che Putin sia sordo non solo alla nobile richiesta di Bergoglio ma anche alla voce della sua stessa coscienza. Coscienza? Ho citato qualcosa che non esiste». Più positiva certamente è la vice premier ucraina Iryna Vereshuchuk, intervistata oggi dal “Corriere della Sera”: «Saremmo ben contenti se il Papa aiutasse i colloqui tra noi e la Russia». La stessa vice premier chiarisce però come prima del dialogo, «il Papa dovrebbe ascoltare le nostre ragioni di vittime aggredite». Ancora la Vereshuchuk sottolinea il giudizio personale e come vertice del Governo d’Ucraina circa l’operato di Papa Francesco: «Il Papa è un leader indipendente, una delle personalità più rilevanti sulla scena mondiale e non sta certo a noi dire cosa dovrebbe fare. Io posso unicamente sperare che abbia informazioni aggiornate e obbiettive sulla situazione nel nostro Paese. E auguro con tutto il cuore che possa sentire con attenzione la nostra voce».
TORNA A PARLARE PAPA FRANCESCO DOPO L’INVITO A PUTIN
Nel frattempo questa mattina Papa Francesco è tornato a parlare sul tema ingente della guerra in Ucraina, durante l’udienza con il Primo Ministro del Giappone Fumio Kishida (poi andato a Palazzo Chigi per incontrare il Premier Mario Draghi, ndr): «Nel prosieguo della conversazione, sono state affrontate tematiche di carattere internazionale, con un’attenzione particolare alla guerra in Ucraina, sottolineando l’urgenza del dialogo e della pace e auspicando, a questo fine, un mondo libero dalle armi nucleari», si legge nel bollettino della Sala Stampa Vaticano.
Nell’Udienza Generale della mattina in Aula Paolo VI, Francesco ha nuovamente invitato la comunità cristiana nello sforzo di preghiera per il raggiungimento della pace in Ucraina (e non solo), nel nome della Madonna: ai fedeli polacchi in sala, il Papa dichiara «ieri avete celebrato la solennità della Beata Vergine Maria, Regina della Polonia. A Jasna Góra avete ricordato il Beato Cardinale Wyszyński, che vi ha insegnato a confidare in Maria nei momenti più difficili della vostra storia. Seguendo il suo esempio, affidate alla Vergine Santa la sorte della vostra patria e la pace in Europa».